01.05.2022 – 3 ^ di Pasqua: Se ci prendiamo cura delle piaghe del prossimo rinasce in noi una speranza nuova

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Nell’omelia della messa per la 2^ domenica di Pasqua, Papa Francesco si è soffermato su tre azioni che il triplice «Pace a voi!» (Gv 20,19.21.26) rivolto da Gesù risorto ai discepoli che l’avevano abbandonato, offrendo loro la divina misericordia, scaturisce: dare gioia, suscitare il perdono, consolare nella fatica.
In primo luogo, la misericordia di Dio dà una gioia speciale, quella di sentirsi perdonati gratuitamente. I discepoli, che erano chiusi in casa e in sé per la paura e abbattuti da un senso di fallimento dopo aver abbandonato il Maestro, gioiscono del saluto di Cristo senza provare vergogna per le loro azioni passate, perché li distoglie da sé stessi, li fa concentrare sul dono della benevolenza divina e infonde nei loro cuori una pace nuova. Questa è la gioia di chi sperimenta il perdono di Gesù, che ce lo trasmette attraverso una confessione, la parola di una persona che si fa vicina, una consolazione interiore dello Spirito, un avvenimento inaspettato e sorprendente.
Al secondo «Pace a voi!», Gesù aggiunge «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» e «a coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati», donando ai discepoli lo Spirito santo per renderli operatori di riconciliazione e a loro volta dispensatori di misericordia.
Egli affida loro tutto ciò per pura grazia in quanto uomini perdonati.
Anche oggi nella Chiesa il perdono deve passare attraverso l’umile bontà di un confessore misericordioso, che sa di non essere il detentore di qualche potere, ma un canale di misericordia che riversa sugli altri il perdono di cui lui per primo ha beneficiato. Inoltre, tutta la Chiesa è stata resa da Cristo un’unione di donne e uomini dispensatori di misericordia: ognuno deve chiedersi se è un tessitore di riconciliazione in famiglia, al lavoro e nella comunità, ognuno deve impegnarsi a disinnescare i conflitti per portare pace dove c’è odio.
Infine il terzo saluto è ancora un atto di misericordia: davanti all’incredulità di Tommaso, Gesù non si scandalizza e la comprende, trattando l’apostolo con benevolenza. Questo momento racchiude le difficoltà di ogni credente in crisi, che cerca qualcosa da toccare e da vedere.
Ma è proprio in queste situazioni che Cristo ci consola offrendoci le sue piaghe, che sono più potenti del peccato.
Esse ci devono far scoprire anche le piaghe dei fratelli e delle sorelle, le sofferenze del prossimo che possono essere peggiori della nostra. Prendendoci cura di quelle riversandovi misericordia, rinasce in noi una speranza nuova che consola nella fatica.

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