01.12.2024 – 1^ Domenica di Avvento: «FARÒ GERMOGLIARE» (Ger 33,15)

01.12.2024 – 1^ Domenica di Avvento: «FARÒ GERMOGLIARE» (Ger 33,15)

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Il germoglio è una promessa di frutti; immagine di inizio, segno di novità che richiede atteggiamenti di attesa e di speranza.

Il Padre semina la Parola, il suo Verbo, il Figlio suo prediletto

Dinanzi agli sconvolgimenti che turbano il nostro pianeta (conflitti bellici, catastrofi naturali, forme di abuso, degrado e abbandono) cosa è possibile fare?
Possiamo impegnarci a vivere a testa alta per testimoniare la fede nella presenza del Signore che viene ogni momento della storia e personale e di popolo. E lo fa in maniera fedele e discreta.
Possiamo affinare gli occhi e il cuore per imparare a scorgere i germogli di speranza, di bene, di novità in noi e in chi ci vive accanto (in casa, al lavoro, in parrocchia).
Questo atteggiamento ci consente di vegliare in ogni momento per andare incontro al Signore che viene e agisce.
Nella cultura della velocità, del tutto e subito l’Avvento ci invita a rallentare per assaporare la bellezza dell’attesa, per educare il desiderio ed esercitare la pazienza che si concretizza nel cercare ciò che unisce, capire le ragioni dell’altro, sostenersi nei momenti difficili, condividere la gioia. È relazione.
Il dialogo descritto
“‘Il dialogo è l’atto di Dio con cui egli s’impegna nella storia degli uomini e delle donne. Proprio così: nella Bibbia quello che caratterizza Dio, sia per il popolo ebraico sia per il cristianesimo, è questa prossimità’ (Cit Ecclesiam suam di S. Paolo VI).
Per il cristianesimo, tale prossimità si fa carne nella persona di Gesù. Dio si allea con l’uomo, cioè lo chiama ad un impegno esplicito: essere suo alleato. Infine, il dialogo di Dio con l’umanità assume la forma di misericordia. Anche se l’alleanza si rompe per l’infedeltà nostra, Dio non l’abbandona. Perché Dio è misericordia. dunque, anche la Chiesa deve essere vicina al mondo, impegnarsi con esso, e farsi misericordiosa”. (da un’intervista a Credere 46/2024 del Card. Aveline, vescovo di Marsiglia)
Il dialogo in atto
Parla Don Claudio Burgio, Cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano. Ma davvero lei è convinto che non esistano ragazzi cattivi o irrecuperabili? «Per me no, non esistono. Sono convinto che tocchi sempre all’adulto trovare la via. Lui è difficile? Devi cambiare paradigma educativo. L’approccio moraleggiante, e ancora di più quello dell’autorità intesa come potere, oggi sono inapplicabili. Non funzionano». E che cosa funziona? «L’ascolto. Il dare tempo al tempo perché trovino il loro spazio e la loro strada. Funziona intercettare e coltivare i loro sogni e accettare le loro debolezze. Funziona il concetto di prendersi cura di loro, in senso ampio, e creare condizioni di fiducia. La mia missione non è salvarli né aspettarmi risultati a tutti i costi. La mia missione è accompagnarli per un pezzo di strada della loro vita e offrire loro la possibilità di uscire dalla via sbagliata. Non ho ansia da prestazione». (Da una intervista al Corriere della Sera del 28.10.2024)