02.07.2017 – 13^ del Tempo Ordinario: Chi accoglie voi accoglie me (Mt 10,40)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,Ciò che ci è stato donato mediante il battesimo è necessario che diventi comportamento di vita. Le opere del cristiano devono essere testimonianza di vita. Occorre per questo realizzare tutta una serie di distacchi e di rapporti nuovi. Distacchi da tutto ciò che vorrebbe diventare un assoluto nella nostra vita, un idolo, o anteporsi al seguire Gesù. E rapporti nuovi: con i messaggeri della Parola di Dio, con i profeti, con i piccoli, i poveri e gli oppressi. Sono coloro che, perché scomodi o perché indifesi, di solito cerchiamo di eliminare o di sfruttare. Li dobbiamo invece accogliere, cioè è necessario solidarizzare con loro: questo è il modo di incontrare Cristo, di essere suoi discepoli, di fare opere di vita.
Anche il più piccolo gesto di umanità ha il suo significato, per questo non va tralasciato.
La rinuncia a costruirsi una vita propria per perderla invece per Cristo e per gli altri è l’unico modo per realizzare la nostra esistenza. Vivere è amare e amare è fare dono della vita. La vita non si può trattenere, ma è donandola per amore di Gesù che si realizza pienamente. E quando uno si dona diventa come Gesù, il Figlio affidato alle mani dei fratelli. E chi accoglie colui che è mandato da Gesù, accoglie Gesù stesso.
L’accoglienza è un termine divenuto urgente ai nostri giorni segnati dalle tante porte chiuse. Il Signore è il primo ad accoglierci. E sul modello del Signore il credente sente come impegno fondamentale l’ospitare. Tutta la Parola di Dio è punteggiata di accoglienze. Un’accoglienza fatta di piccole cose, di questioni e attenzioni quotidiane; che è una sfaccettatura dell’impegno fondamentale del cristiano, quello dell’amore. E l’accoglienza diverrà dono reciproco, osmosi, scambio di valori, arricchimento vicendevole.
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