“State attenti a voi stessi” (Lc 21,34).
- Dove siamo orientati?
- Cosa consideriamo importante? Le cose più delle persone?
- Quanto Dio occupa la nostra mente e il nostro cuore?
- Quanto tempo dedichiamo a ciò che passa e quanto a ciò che resta?
- Siamo convinti che l’amore resterà mentre tutto il resto passerà?
Gesù mette in evidenza cuore che diventa pesante:
- Un cuore che s’invecchia e non ha più quella elasticità per accogliere e si abitua ad un modo di amare riduttivo e selettivo;
- Un cuore che non reagisce bene quando è sotto sforzo;
- Un cuore che aderisce a: “questo non mi va”, “non mi piace”, “non ho voglia di farlo”;
- Un cuore che rende sedentari e non scattanti;
- Un cuore dal ritmo sfalsato che ne impedisce l’esercizio continuo;
- Un cuore che ha dimenticato ciò per cui batte, cioè per amare;
- Un cuore che fa grande fatica a districarsi tra le situazioni che si ha dinanzi e la meta che invece ci aspetta.
E sono tre gli atteggiamenti che provocano le anomalie di questo cuore:
1. Le dissipazioni, cioè lo spreco di forze in realtà futili.
2. Le ubriachezze, cioè l’incapacità di intendere non perché si vive una situazione depressiva o altro ma perché “ubriacati” cioè convinti su ciò che non ha grande valore…si tratta di uno spostamento di valore.
3. Affanni della vita, cioè tutto ciò che ci proietta nel bel mezzo del “caos” in cui talora ci si caccia o si viene cacciati. Perché non pensare alla insufficienza o impossibilità a gestirsi?
“Vegliate in ogni momento pregando” (Lc 21,36).
Vegliare, dunque, stare desti, avere l’orecchio teso e l’occhio vigile; soprattutto avere il cuore rinnovato. Un cuore che attende chi ama. Il vegliare è questione di amore!
Si può vegliare anche perché si aspetta o si ha timore di un ladro ma questa attesa è per mantenere le proprie cose, per difendere qualcosa mentre l’attesa di cui parla Gesù è quella del Regno compiuto dove Dio sarà “tutto in tutti”.
È un veglia che si fa riflessione e diventa colloquio. Vieni, Signore Gesù!
Questa attesa trasforma le cose e le tramuta in possibilità e occasioni per dimostrare fin d’ora che l’unico vero bene è soltanto Dio.
Ecco come può accadere: il vegliare porta al silenzio, pur in mezzo alla folla, e ci si accorge che la disponibilità all’incontro cresce di giorno in giorno.
Per vivere:
- Non agitarsi – gli impegni “sono per noi e non viceversa” non possono riempire la vita.
- Agire per amore – il solo dovere o la necessità causano lo stress anche spirituale, l’amore è l’equilibrio dell’anima e del corpo.
- Parlare con Dio – Egli mi parla e io rispondo: la vita diviene la risposta alla sua volontà
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