03.03.2024 – 2^ di Quaresima: IL TEMPIO DEL PADRE – Gv 2,13-25
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,DOV’È DIO? Due rilievi importanti.
Egli parlava del suo corpo. Egli conosceva ciò che c’è nell’uomo. Sono due realtà che si richiamano. Il suo corpo non è solo quello fisico che anch’esso muore e poi risorge, ma anche il corpo che lega in uno con lui ogni uomo che ne prende coscienza.
È quello che sta nell’uomo, e che egli conosce bene, che permette a Gesù di introdurlo nella sua vita, nel suo modo di essere e di pensare. Perché se è vero che ognuno che esce dalle mani di Dio non può essere che suo figlio, è altrettanto vero che i figli si riconoscono tali quando si sentono parte di una famiglia.
Per questo Gesù è venuto.
Egli fa comprendere ad ogni uomo e donna che sono figli del Padre e come tali possono vivere. Uniti a Lui.
La strada è la Volontà del Padre che Egli segue e che oggi afferma in maniera forte e decisiva a suon di cordicelle.
Appare come una rottura tra un modo di vedere Dio, quello che chiede i sacrifici, e quello di Gesù che si manifesta Padre che vive per i suoi figli e ad essi dà la possibilità di accesso a Lui. È bello pensare che per le persone più grandi della terra ci si debba far presenti con prenotazione, mentre per il Dio del cielo l’accesso è del tutto libero!
La casa del Padre è il cuore.
Può aver sede un mercato quando tutto arriva e si accetta e si traffica, e non si ha più la possibilità di silenzio dove Gesù vuole introdurre e il Padre aspetta.
Ritornare al centro di se stessi.
Così commentava Papa Francesco il giorno delle Ceneri 2024: “Proprio lì, dove albergano anche tante paure, sensi di colpa e peccati, lì il Signore è disceso, è disceso per sanarti e purificarti.
Entriamo nella nostra camera interiore: lì abita il Signore, la nostra fragilità è accolta e siamo amati senza condizioni.
Prestiamo l’orecchio del cuore a Colui che, nel silenzio, vuole dirci: «Io sono il tuo Dio: Dio di misericordia e di compassione, il Dio del perdono e dell’amore, il Dio della tenerezza e della sollecitudine. […] Non giudicare te stesso. Non condannarti. Non rifiutare te stesso. Lascia che il mio amore tocchi i più profondi e nascosti recessi del tuo cuore e ti riveli la tua stessa bellezza, una bellezza che hai perso di vista, ma che ti diventerà nuovamente visibile nella luce della mia misericordia». Il Signore ci chiama: «Vieni, vieni, lascia che io possa asciugare le tue lacrime e lascia che la mia bocca venga più vicino al tuo orecchio e ti dica: Io ti amo, ti amo, ti amo» (H. Nouwen In cammino verso l’alba)
Camminare insieme.
Incontro il Padre a tu per tu per poi ritrovarmi immerso in un popolo dove si cammina insieme. Non vede la propria salvezza ma si prodiga perché tutti si salvino e conoscano Dio come amore. “La forma sinodale della Chiesa, che in questi anni stiamo riscoprendo e coltivando, suggerisce che la Quaresima sia anche tempo di decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato.
Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; e a darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore” (dal Messaggio per la Quaresima 24)
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