04.09.2016 – 23^ Tempo Ordinario: Se uno viene a me e non mi ama più della propria vita… (Lc 14,26)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,In Gesù Dio diventa accessibile, unicamente da accogliere e da seguire. Ma per fare questo è necessario mettere in secondo piano tutto il resto, perfino i sentimenti più cari come l’amore per i propri familiari, l’attaccamento ai propri averi, la stessa vita.
Scriveva nel suo diario Dag Hammarskjold, diplomatico svedese per due mandati segretario generale dell’ONU, nel 1961 premio nobel per la pace alla memoria:
“La cosa più meravigliosa che si può raggiungere in questa vita è tacere, lasciar fare e parlare a Dio” (Tracce di cammino, Qiqajon).
Cristo era una realtà nella vita di quest’uomo politico. Egli visse dell’unione con Lui: cosciente del proprio dovere, amabile, rassegnato e felice. Realizzò la sequela di Cristo da uomo politico.
Entusiasmo per Cristo e desiderio e impegno a diventare simili a Lui.
Vivere nell’unione con Dio, essere servi di tutti, sempre pronti al perdono, dare ogni volta una nuova opportunità a ognuno, abbattere le frontiere e i muri tra gli uomini, percorrere la strada della croce.
Queste parole di Gesù non sono rivolte a qualcuno, ma a tutti. Poi ciascuno è chiamato a viverle nella sua condizione e nel suo tempo. Gesù ci chiede un duplice atteggiamento: un grande amore per Lui e una grande capacità di distacco.
In questa settimana proviamo a mettere davanti ad ogni azione, da quelle più semplici a quelle più impegnative, un “per te, Gesù”.
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