05.01.2014 – 2^ Domenica del tempo di Natale: La terra rimane la stessa!
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Nel campo vicino a casa, ad autunno inoltrato è passato l’aratro: la terra è tornata vergine.
I residui della vegetazione seminata sono stati travolti dal vomere: ogni differenza di coltivazione è scomparsa; può esserci stato frumento o granturco o barbabietole o segala a seconda dell’annata, ma la terra rimane la stessa, la terra è uguale per ogni seme, accoglie ogni differenza di produzione.
Le zolle nude mi riportano al Vangelo, alla Parola di Dio: quanti tentativi per portarlo a buon frutto, quanti concimi, quante ‘teste’ cercano di piantarsi nel Vangelo, dando i risultati più disparati! Ci si confronta, si gareggia per corrispondere di più e meglio, ci si chiude nella propria serra, ma la terra rimane la stessa.
Il Vangelo è lo stesso per tutti: il Vangelo è vergine, è la Parola di Gesù.
Ripartiamo dal Vangelo così com’è. Quale Vangelo? Quello del libro o quello della vita?
Io faccio scendere il vomere ancora più a fondo, per portare in alto il Vangelo che Gesù ha deposto nel cuore di ciascuno; ogni persona porta dentro di sé il Vangelo, sente la nostalgia che esso sbocci, avverte il desiderio di liberare la Parola che sta troppo stretta dentro di sé, rinchiusa da una vita soffocante o insipida.
L’unità è già fatta: basta partire da questa terra vergine che è il Vangelo nascosto in profondità; occorre il vomere.
Da qui deve partire l’unità, dal Vangelo che è già dentro ognuno; questa è la grazia che Gesù in croce ha deposto in tutti.
Superiamo le apparenze, le differenze di ‘coltivazione’, facendo in modo che i doni dello Spirito facilitino il lavoro dell’aratro.