05.01.2020 – 2^ dopo Natale: Brani di Sapienza!

05.01.2020 – 2^ dopo Natale: Brani di Sapienza!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Sono contenuti in ogni cosa, dalla creazione all’ultimo pensiero umano.

Ognuno può scoprirli e metterli in evidenza purché abbia occhi buoni. Anche il riconoscere in un bambino il Figlio di Dio è questione di occhi che sanno andare oltre ciò che vedono materialmente.

Questa verità la si comprende meglio evidenziando, in riferimento alla Parola di Dio, il suo contrario: “Veniva nel mondo la luce quella vera, quella che illumina ogni uomo (dà senso al mondo). Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di Lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto (non si sono ritrovati in Lui)” (Gv 1,10.11).

La scoperta della sua orma in ogni realtà e la sua presenza nell’uomo piccolo, bambino, si vedono bene quando ci si ritrova amati dal Padre perché figli suoi.

La nuova cultura di quel Bambino invade ormai l’umanità. È cultura divina. Essa trasmette Dio, la sua Volontà, in veste umana.

Del resto “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18).

Se vogliamo sapere, allora, chi è il Padre, lo domandiamo a Gesù, non ad altri; e per sapere quel che Gesù ha detto del Padre, occorre attingerlo dal Vangelo, non altrove.

E Gesù ha rivelato il Padre come “Amore”. Basta meditare con serietà la parabola del padre misericordioso e del figlio che torna a casa (Lc 15,11-32).

Quel Gesù ha dato “a quanti lo hanno accolto potere di diventare figli di Dio”(Gv 1,12).  Egli è il Verbo, la Parola, espressione di Dio, svelamento di Dio! La Parola che si fa carne cala dunque in ogni figlio di Dio, in me, in te, in noi.

E “abbiamo contemplato – dice ancora Giovanni – la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).

Tuttora di fronte alla Parola che si fa vita della nostra vita, si può vedere lo stampo del Padre che ama.

Può accadere come a Melbourne alle suore di Madre Teresa: “Raccolsero un uomo sulla strada. Era alcolizzato senza nome, senza lavoro, senza niente, un vero reietto della società. Dopo una settimana, quando era ormai ristabilito, quest’uomo andò dalla Sorella e le disse: “Adesso sto bene e ritorno a casa: non berrò mai più. Mi sono reso conto che Dio mi ama”. Tornò a casa sua, da sua moglie e dai suoi figli; e si mise a lavorare. Dopo un mese si presentò con il primo salario e lo diede a suor Monica, dicendo: ” Si serva di questo denaro per mostrare l’amore di Dio ad altri, come ha fatto con me”.

Per vivere.

Cercare e ricercare lo stampo di Dio in ogni cosa. Entrarvi dentro. Non essere superficiali.

  1. La sapienza si umanizza. Dio passa attraverso la Parola, ha rischiato con essa e tuttora batte questo rischio.
  2. Si fa carne nella persona. Ogni Parola è sorgente di sapienza.
  3. Lasciarsi muovere dalla Parola come accadde a Pietro: sulla tua Parola getterò le reti, cioè mi muovo e agisco per questo, non per altro.