La Pasqua è uno straordinario momento di grazia e di gioia: è la gioia “traboccante” delle donne e dei discepoli davanti al Risorto ed è la gioia di tutte quelle persone che, nella loro vita, hanno incontrato autenticamente Cristo. Tutti noi attingiamo dal Cristo, sorgente di vita nuova, la forza che ci serve per vivere come figli seguendo quel sentiero che ci ha indicato il Padre che è nei cieli. L’entusiasmo degli apostoli, che li ha guidati nel primo annuncio del Vangelo, non può non essere anche il nostro entusiasmo per l’evangelizzazione del mondo moderno.
Quest’anno celebriamo il decennale della morte di papa Wojtyla, avvenuta il 2 aprile 2005. Un grande papa del ‘900 che ha fatto entrare la Chiesa nel nuovo millennio lasciandosi alle spalle un “secolo di martiri”. San Giovanni Paolo II è stato, indubbiamente, il moderno Apostolo delle genti: infaticabile nel suo slancio missionario in ogni angolo del pianeta; coraggioso nel difendere le ragioni del cattolicesimo contro ogni ideologia, asprezza e difficoltà; caritatevole e compassionevole verso gli ultimi.
Ma soprattutto, papa Wojtyla è stato anche il pontefice che durante l’anno santo del 2000 istituì la festa della divina misericordia. Una festa importantissima in cui “sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine”. Queste sono le parole che santa Faustina Kowalska, la grande mistica polacca venerata in tutto il mondo, annotò nel suo Diario dopo aver avuto un apparizione del Risorto.
Simbolicamente, proprio il 12 aprile 2015, la domenica della divina misericordia, sarà pubblicata la bolla ufficiale di indizione del giubileo della misericordia, voluto da papa Francesco. Un grande momento per la Chiesa che segna l’inizio di una nuova primavera ecclesiale.
“La misericordia salverà il mondo” scriveva Madre Speranza di Gesù. Che queste parole di speranza possano accompagnare tutte le donne e gli uomini di oggi in questo meraviglioso tempo di Pasqua.
Gualtiero Card. Bassetti
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