05.08.2018 – 18^ Tempo Ordinario: IL DESIDERIO DI AMARE
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che Egli ha mandato” (Gv 6, 29)
“L’opera di Dio non consiste tanto nel “fare” delle cose, ma nel “credere” in Colui che Egli ha mandato. Ciò significa che la fede in Gesù ci permette di compiere le opere di Dio. Se ci lasceremo coinvolgere in questo rapporto d’amore e di fiducia con Gesù, saremo capaci di compiere opere buone che profumano di Vangelo, per il bene e le necessità dei fratelli.
Il Signore ci invita a non dimenticare che, se è necessario preoccuparci per il pane, ancora più importante è coltivare il rapporto con Lui, rafforzare la nostra fede in Lui che è il «pane della vita», venuto per saziare la nostra fame di verità, la nostra fame di giustizia, la nostra fame di amore” (Papa Francesco, angelus 05.08.2018).
È dunque Gesù – Dio che si fa uomo – il punto nevralgico della storia umana e anche il modo più sicuro per conoscere Dio. Scriveva San Giovanni Paolo II°: “L’ uomo è la prima e fondamentale via della Chiesa” (RH, 14).
Ecco il perché di un pane che diventa cibo: “Io sono il Pane della vita” (Gv 6, 35).
È pane e quindi da prendere e mangiare, cioè farne un tutt’uno con la propria carne e il proprio sangue. Gesù diviene parte di noi, per essere noi parte di Lui. Il primo atto sembra il nostro, ma in realtà è Lui che ci introduce nella sua vita. L’uomo, lo mangia, e si ritrova in Dio.
È un pane che discende per far salire. Chi se ne nutre, vive – mentre sale – una vita umana dal sapore eterno, una vita che non tramonta, la sua vita.
È un Pane che sazia cioè dà alla vita un senso pieno. Per esso vale la pena vivere anche dentro le inevitabili prove. Se lo prendo e mi nutro di lui, ho la possibilità di vivere una vita proiettata decisamente al bene; non solo lo vedi ma ti ritrovi anche il coraggio di compierlo.
Quel Pane è fuoco d’Amore che brucia ciò che non è amore; ma anche riscalda ciò che è freddo. È un Amore continuamente purificato per il normale perdere e il quotidiano lasciare.
Questo Pane ha, perciò, bisogno di un cuore pronto a ricevere una forte carica d’amore; un cuore che desidera amare.
E per questo, come afferma san Paolo (cfr Ef 4,22-24), è deciso di:
Abbandonare la condotta di prima, cioè l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli.
Si tratta di quei livelli egoistici che tendono a chiudere in sé, a vivere una vita improntata al proprio benessere dove le orecchie non odono più il grido del bisognoso e gli occhi vengono distolti da ciò che disturba.
Rinnovarsi nello spirito della mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.
È quel modo di vivere improntato al dono di sé negli svariati modi che la vita pone dinanzi. È la vita nuova che Gesù è venuto a portare dove tu sei sempre un essere unico e irrepetibile ma che ti ritrovi nel dono sincero di te (Cfr San Giovanni Paolo II°).
Tutto sta in quel Pane di vita.
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