A voi sarà tolto il Regno di Dio… così termina il vangelo di oggi.
Il perché è chiaro: se ne sono serviti ma non si sono posti al suo servizio! L’ hanno cioè sfruttato per mettere in mostra le loro capacità come se fossero queste a portarlo avanti. Se ne sono appropriati facendone scudo di difesa e non un albero dove tutti possano godere della sua ombra.
E sarà dato ad un popolo…C’è qui un passamano estremamente doloroso perché dal tanto che si pensa di avere si rimane con un pugno di mosche in mano.
Che ne produca i frutti…il frutto del Regno viene evidenziato dal comportamento stesso dell’uomo che da in affitto la vigna – cioè Dio! – che mentre i contadini – cioè noi! – “uccidono” – in tante maniere chi contraddice i loro progetti egoistici e superbi! – Egli, Dio, “non uccide i contadini – cioè noi! – ma “toglie”, priva trasferendo la promessa ad altri.
Il Regno di Dio è portato a vanti da queste motivazioni profonde:
– Lavorare sapendo che i frutti non sono propri!
Si tratta di capitale di Dio di cui Egli è talmente geloso da licenziare senza alcuna possibilità di reintegro. Per poterci lavorare è necessario lasciarsi guidare dallo Spirito e chiedere: cosa vuoi, Signore? Cosa è bene? Cosa è opportuno che io faccia? E poi mettersi a disposizione come servitori veri, in quanto scelti, ma che si ritengono inutili, cioè pronti a lasciare, al distacco dal bene fatto.
– Sapendo pure che il Padrone non si dimentica della sua vigna!
Egli, pur lontano, è sempre vicino, conosce i comportamenti e il cuore di ognuno con la sua libertà, e soprattutto se c’è amore o egoismo.
Egli sa che il suo Regno ha bisogno di persone che gettano se stessi come semi nei solchi del suo terreno e, per questo, carica i suoi operatori del coraggio di donarsi a fondo perduto.
– Sapendo infine che i suoi inviati sono determinanti per capire da che parte si sta!
Essi sono come dei profeti in grado non solo di dire la verità anche di pagare per essa. Invisi e scartati diventano luce e pietra da fondazione! Seguire ciò che essi esprimono è dare spazio allo Spirito che fa vivere nel tempo e fa trovare i mezzi per lavorare.
In concreto:
Anche noi tutto potremmo perdere da un momento all’altro se non ricominciamo ogni giorno a scegliere la via dell’amore dove l’altro “non è ucciso” , in qualche modo ma viene accolto perché i frutti vengano condivisi secondo il progetto di Dio. Seguendo la via dell’Amore, si fanno scoperte interessanti, magari che il Regno di Dio è costruito da qualcuno che non avremmo mai pensato degno di farlo.
Esperienza.
Ero in un’ altra parrocchia e un giorno una persona che aveva preso parte ad una celebrazione, mi confidò: “Oggi mi sono sentita bene, si respirava un’ aria diversa: ma da cosa dipende?”.
Con molta spontaneità le confidai: “Vedi, la parrocchia si può portare avanti in tante maniere, ad esempio come organizzazione dove tutto è ben congeniato e i quadri pastorali sono a posto, oppure come ambiente dove ci si spende donando la propria vita. Io ho scelto questo secondo modo! Forse è per questo che ti sei sentita bene e a tuo agio”.
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