“Ritornate al Signore, Egli è misericordioso e pietoso” (Gl 2,13)).
Sappiamo che se ci avviciniamo a Dio, troviamo uno che ci accoglie e ci perdona. Nessuno si avvicinerebbe a chi è dedito a bastonare.
Egli è misericordioso (rachum): c’è il riferimento all’utero ; esprime dunque il valore della vita, il dare il cuore al misero – Dio di tenerezza -; dice la capacità di custodire la vita di una persona. Egli è pietoso (ch/anun): indica il gesto di piegarsi verso qualcuno.
Dunque Egli ci tiene nel cuore così come siamo e ci fa sentire tutto il suo Amore. Appena ci avviciniamo il suo Amore diventa “pazzo”, erompe e garantisce ciò che nell’intimo sta operando da tempo.
Il suo è un lavoro sottile e paziente. Sta lì a vedere se la porta si apre o la si lascia aperta. Ogni fessura vale perché uno sguardo possa dire l’Amore, tessere una relazione.
“Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in Lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2Cor 5,21).
Egli non ha paura del nostro peccato, del nostro essere riluttanti perché sa che è solo questione di tempo.
Egli prende la nostra incapacità a comprendere, la voglia di essere qualcuno, la paura di perdere qualcosa di noi stessi e ne fa materia riciclabile in Amore; ama distruggendole, e in questa distruzione accade la giustizia.
“Non praticate la vostra giustizia davanti agli uomini…che vede nel segreto” (Mt 6,1.4.6.18).
Ma davanti al Padre che vede la trasparenza, se cioè quel che appare è veramente quel ciò che c’è dentro. Ed è espressa da tre suggerimenti.
1. La preghiera.
Se è quella di un figlio capace di confidare in Lui che conosce bene la situazioni e i bisogni reali.
La vera giustizia è una vita da figlio e non da schiavo.
Egli ha solo figli e quando questi sono tali, è vissuta la giustizia operata dall’Amore. Essa riconduce gli uomini a figli li consacra fratelli e tra loro scorre il sangue spirituale nel dono del bene che c’è dentro e si traduce in vita umana vivibile e in pace.
Un Padre ama i suoi figli più di se stesso, come ha dimostrato Gesù donandosi fino in fondo. E chi vede Lui vede il Padre.
2. Il digiuno.
È l’esame dei comportamenti; se cioè si fermano all’io, lo afferma oppure conducono decisamente all’altro, fuori di sé. Vede se il fratello e la sorella sono tali.
3. L’elemosina
È l’essere guidati al dono, l’andare verso l’altro come dono; l’essere uno su cui poter contare, che entra nel tuo problema: ascolta e prende su di sé.