06.04.2025 – 5^ di Quaresima: LA MANCATA CONDANNA (Gv 8,1-11) 

06.04.2025 – 5^ di Quaresima: LA MANCATA CONDANNA (Gv 8,1-11)

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Il perdono di Gesù non è mai sottoposto a condizioni ma diviene condizione di rinnovamento. E ha come conseguenza il credere alla misericordia.
Per cui il continuo riferirsi ai peccati passati denota, e finisce col diventare, paura o mancanza di fede nella misericordia di Dio che dove passa, spazza via ogni traccia di morte e trasforma tutto in strumento di rinascita, ricostruzione e rinnovamento.
Anche dentro il nostro errore, anche nell’esperienza più umiliante possiamo incontrare la mano di Gesù che per primo posa una pietra per costruire con noi qualcosa di radicalmente nuovo. Mi figuro che se vengono scagliate pietre contro, egli le prende al volo per farne base per una nuova costruzione. E dopo la prima tutto diventa più facile.
Gesù usa due sguardi che sono sintesi perfetta della sua misericordia, quello verso gli accusatori della donna che li invita a riflettere su se stessi e quindi lancia l’amo della salvezza, e quello verso la donna che esprime la sua riabilitazione per un futuro che sarà migliore e più maturo perché provato dall’errore compiuto.
A Gesù preme la sorte della peccatrice; non guarda tanto al peccato, quanto a chi l’ha commesso.
Egli non condanna nessuno, perché Dio Padre l’ha mandato non per giudicare e castigare, ma per dire che Dio è più grande di ogni nostro peccato.
Sono a confronto la legge e la misericordia e quest’ultima, pur riconoscendo la legge, ha il sopravvento su di essa.
Come se Gesù dicesse: tu sei condannabile ma chi è che ti condanna? Nessuno! E allora sappi che non ti condanno nemmeno io ma va’ e dai alla vita l’assetto necessario. Non la complicare ancora.
E questo vale anche per noi.
E ci invita non fermarsi alla flessione, alla propria fragilità, al proprio peccato, ma guardare con fiducia quel Volto che continua a dare coraggio, fiducia, e a vedere il bene che c’è in ciascuno/a e che è ancora inespresso.
E se è bandita la condanna, è perché venga in luce ed emerga la misericordia; che non è arrendevolezza ma decidere di risolvere, chiudendolo in sé, il negativo. E mentre, insieme a Gesù, lo si brucia distruggendolo, si possono poi lanciare sguardi e compiere gesti comprensivi di gioia, di pace e di speranza.
È il proprio prezioso contributo per un mondo nuovo!

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