06.10.2019 – 27^ Tempo Ordinario: Fede e inutilità camminano insieme – Lc 17,05 -10

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“Se aveste fede quanto un granello di senape… dite: siamo servi inutili” (Lc 17, 06.10).

1.      Fede.

Denuncia un bisogno a cui non si può far fronte e si sa nel contempo che un Altro può anche l’impossibile.

Dice la condizione della creatura che si pone dinanzi al suo Creatore nel quale confida, di cui si fida, al quale si affida. È il dato più semplice che avvicina l’uomo a Dio e Dio all’uomo.

Stabilisce una relazione che diviene dialogo a tutte le ore, i minuti e i secondi.

2.      Inutilità.

È la prova che si vive con Dio e si è sicuri di Lui che, paradossalmente, può essere ritenuto anch’Egli inutile e si può nutrire verso Lui una tipica indifferenza. Ed Egli tace come tace chi con Lui vive nella consapevolezza che “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata (diviene) la pietra d’angolo”  (Mc 12,10).

È la scelta tipica che Dio fa: “Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti”  (1 Cor 1,27).

È toccare il senso più vero della vita che non è proprietà privata ma dono da trafficare bene fino all’ultimo respiro e quindi fare o accettare ciò che Egli vuole. È l’obbedienza della fede ad una Volontà che ci supera ma che è quella di un Padre che parla con i suoi figli. E quella sua Parola porta ognuno verso di Lui e verso l’altro, accanto a tutti e due.

3.      Camminano insieme.

Non si sente come proprio ciò che si fa e non si chiede riconoscimenti ma solo la gloria di Dio. È lo stesso Gesù a stigmatizzare: “E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?” (Gv 5,44)

È questa l’attività più grande ed esaltante: servire Dio che è un vero regnare! Che, in qualche modo, anche vita spensierata in quanto rende consapevoli che c’è Qualcuno che ha i pensieri giusti e ad essi ci si rifà, facendoli propri.

Ed è Dio stesso, poi, a depositare quella gioia e pace interiore che dicono la bontà di un comportamento giusto e sano.

E così si può comprendere che la propria vita è una piccolissima parte di un progetto dall’ampiezza infinita. Per quanto è piccola sembra che sia inutile e invece s’incastona nei milioni e miliardi di altre piccole parti di vite umane.

Per vivere:

1.      Ascoltare Dio, capire ciò che Egli vuole, fare discernimento nella propria vita. Sentirsi inutili non significa esserlo. Ma il senso di inutilità dice inserimento nel progetto di Dio; far bene la propria parte.
2.      Imparare a confidare, fidarsi e affidarsi a Dio.
3.      Chiedere perdendo in Lui ogni richiesta.
4.      Vivere convinti che a Dio serve ciò che è inutile o tale appare agli occhi degli uomini.