06.10.2024 – 27^ Domenica del Tempo Ordinario: IL PROGETTO ORIGINARIO – Mc 10,2-16

06.10.2024 – 27^ Domenica del Tempo Ordinario: IL PROGETTO ORIGINARIO – Mc 10,2-16

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Oggi dobbiamo capire ciò che vuol dirci Gesù. E non è se fare o non fare il divorzio.
Nella risposta Egli spiega che non è stato Mosè a introdurlo. Questa istituzione infatti esisteva molto prima di lui ed è stata da sempre accettata da tutti come legittima; egli ha solo cercato di disciplinarla, ponendo un argine agli abusi. Non ha preteso dagli israeliti, ancora troppo duri di cuore, un comportamento morale superiore a quello degli altri popoli.
Gesù riconosce il valore della norma stabilita nel Deuteronomio e la ritiene vincolante. Se qualcuno vuole divorziare – asserisce – che almeno rispetti i diritti della donna!
Ma la tolleranza manifestata da Mosè, non è l’espressione ideale del progetto originario di Dio. Con Gesù è giunto nel mondo il regno di Dio, agli uomini sono stati donati “un cuore nuovo e uno spirito nuovo”; da loro è stato tolto “il cuore di pietra e messo un cuore di carne” (Ez 36,26; Ger 31,31-34). È giunto il momento di puntare all’ideale indicato “in principio” dal Creatore.
La meta è altissima e il progetto perfetto, ma i passi degli uomini sono spesso incerti delle volte soggetti a ferite che rendono zoppicanti o anche a cadute che sono ostacoli. L’unico nemico è l’egoismo che quando d’infiltra tutto rovina, se non frantuma.
Siccome solo Dio conosce le fragilità di ognuno, nessuno può ergersi a giudice dei propri fratelli, nessuno ha il diritto di valutarne le colpe e pronunciare condanne. Alle situazioni concrete ci si deve sempre accostare con prudenza e ogni fratello va capito, accompagnato, aiutato in modo che possa dare il meglio di sé. La comprensione pastorale va a tutti e in tutti deve trovare quel positivo che c’è dappertutto. Ogni convivenza contiene valori di cui Dio non priva.
Questo tuttavia deve permettere di esprimere tutto il bello, il buono e il vero che sta nel “principio” originario della coppia pensata da Dio.
Disse una volta un moralista in quota al suo tempo, e l’ho sentito con le mie orecchie: “Verrà un tempo in cui si avrà un aumento a dismisura di convivenze, cresceranno ma in maniera minore i matrimoni civili, crolleranno invece quelli religiosi (ridotti a un 20%?) e questi ultimi dovranno vivere a mo’ di religiosi (uniti tra loro e insieme!) per mantenere e ridire al mondo il pensiero di Dio sulla coppia”. Non sapeva di essere un profeta!
I valori dell’uomo e della donna sono racchiusi in ogni coppia che per questo contiene anche la testimonianza di come si vive o dovrebbe vivere. Quando la coppia sta bene anche l’umanità è in salute. E anche la chiesa si ritrova comunità viva e vera, famiglia di famiglie.
Nella coppia c’è la dinamite in grado di vincere le battaglie prima e la guerra dopo, sa lottare contro ogni isolamento, solitudine e abbandono. E questo perché possiede amore a tutta prova, contiene l’aiuto reciproco, una resistenza doppia di fronte alle difficoltà, un confronto quotidiano e istantaneo, la capacità di perdono ogni sera che si chiude nella pace reciproca con la buonanotte per risvegliarsi ogni mattina e vedersi nuovi con il buon giorno, rende felici.
Ha come punti di forza l’eucaristia che la rende inossidabile per la grazia di Dio e il camminare insieme con altre coppie e in generale con tutti (è il metodo sinodale insito nella coppia) rigettando la tentazione di autosufficienza chiude e basta.
Per comprendere la coppia è necessario tornare bambini e fidarsi del pensiero e dell’azione del Padre.