07.05.2023 – Domenica 5^ di Pasqua: Signore, mostraci il Padre e ci basta (Gv 14,8)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,La nostra vita di discepoli del Maestro non è immersa in una beata quiete, caratterizzata da assenza di conflitti e di difficoltà. Tutt’altro!
Fin dagli inizi la Chiesa si è misurata con i contrasti legati alla diversità delle culture, ma anche alla fatica di accogliere le novità sconvolgenti prodotte dall’azione dello Spirito. Eppure, si va avanti.
La molla segreta è proprio la fede: una fiducia a tutta prova in Dio, nel suo progetto di amore, che giunge a compimento per strade inusuali; ed una fiducia immensa in Gesù, il Maestro crocifisso e risorto, che è il vero Signore della storia.
Il cristiano mette la sua esistenza nelle mani di Gesù, crede alle sue promesse.
La sua risurrezione, in effetti, testimonia una realtà decisiva: Dio non ha abbandonato il suo Figlio nelle mani della morte e della cattiveria umana; proprio Colui che sembrava lo sconfitto si è manifestato come il vero vincitore. La nostra realizzazione, la possibilità di vedere un mondo nuovo, passa attraverso di Lui. Nessun altro può assicurare a questa nostra storia tormentata un approdo di fraternità e di giustizia.
Le parole di Gesù che ascoltiamo questa domenica diventano il punto di riferimento di ogni discepolo. Anche noi possiamo essere come Filippo.
Abbiamo afferrato qualcosa di Gesù, ma talvolta siamo alla ricerca di una “manifestazione teatrale” di Dio.
Dall’incarnazione in poi, però, Dio è Dio in Gesù.
Nell’avanzare il suo desiderio, Filippo mostra di non aver compreso il Maestro, perché vederlo, contemplarlo è vedere il Padre, come credere nel Cristo è credere in Colui che lo ha mandato. Padre e Figlio sono inseparabili. Il Padre “si nasconde” dietro il Figlio, abita nel Figlio, parla e agisce attraverso il Figlio.
Anche per noi: vogliamo “conoscere”, fare esperienza di Dio? Prendiamo in mano il Vangelo, guardiamo alle parole e alle azioni di Gesù: esse ci mostrano il Padre e ce lo fanno sentire vicino. Come ci deve essere “caro” il Vangelo!
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