08.03.2020 – 2^ di Quaresima: Ascoltatelo – Mt 17, 1 -9
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Guardate a Gesù:
“Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo” (Mt 17,8).
Seguite i suoi passi, consapevoli che la sua via e il suo pensiero non sono come i nostri.
Arriva il momento in cui si è chiamati ad imboccare una nuova strada:
“Il Signore disse ad Abram: vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò” (Gen 12,1).
… ed è quella la strada giusta, indicata da Lui che conduce a qualcosa di nuovo che è vero buono e bello.
È la strada del Vangelo per il quale si potrà gioire se prima si è stati capaci di soffrire.
Lo chiede San Paolo all’amico Timoteo e a ciascuno di noi:
“Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati … secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità” (2Tim 1, 8.9).
È il Vangelo presenta i due volti di Gesù che
“Fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole” (Mt 17,02).
È un volto che farà da contrasto al volto inguardabile della croce. Come annota Giovanni:
“E un altro passo della Scrittura dice: volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Gv 19,37).
…che fa eco ad Isaia:
“Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.” (Is 53,2.3).
Ma è il volto della stessa persona. Ambedue sono da accogliere per riconoscerla e non sbagliarsi.
Perché due volti così diversi: uno dalla luce piena e l’altro da coprirsi la faccia per non guardarlo?
È la storia dell’uomo che diventa storia di Dio per una piena solidarietà e condivisione.
Il volto di Dio bello e raggiante deve diventare il volto dell’uomo vacillante, distrutto e disperato. Il volto di chiunque soffre per il quale vivere ed operare così che possa riacquistare la sua vera fisionomia e si possano rivedere i tratti della Sua immagine in esso stampata.
Ecco allora il nostro Tabor più sorprendente che sono i volti di fratelli e sorelle che incontriamo. Volti tanto disattesi e spesso bistrattati.
Ma è in essi che lo troviamo quando l’amore autentico ne illumina il vero volto che è quello di Gesù in ognuno. E’ una fatica e una scoperta continua.
E’ il Tabor della mia e nostra santità.
“Chi ama il fratello rimane nella luce” (2^Gv 2,10)
Non abbiamo oggi passaggio più cruciale.
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