Venne Gesù: egli viene sempre, e verrà alla fine. Il suo desiderio è stare con noi
Gesù entra nel luogo della paura e della sua assenza.
E dire che, pochi giorni prima, fu quello di una sua presenza attiva al massimo e larga di doni, il più grande dei quali era stato l’Eucaristia, dono di tutto se stesso.
Il luogo dell’amore totale si era trasformato in ambiente chiuso invaso da mille pensieri di un passato pieno di speranza e di un futuro senza alcuna prospettiva.
Ecco come un luogo di vita si può trasformare ambiente dal clima triste e angosciato.
A porte chiuse: apre le nostre chiusure, ci libera dalle nostre misere sicurezze, opera di umani catenacci.
Gesù entra e spezza questo velo da incubo e lo inonda di pace e di gioia, i due doni che Egli, da Risorto, porta come attaccati alla sua nuova vita.
Sembra come smemorato questo Gesù per non ricordare più nulla! È come se non ci fosse la paura, è come se lo avessero seguito e non fossero scappati via tutti.
Stette in mezzo: è una presenza di luce, è il segno che diventa realtà, quello di una signoria, di un potere definitivo sulla morte.
Egli è lì e li investe di mansioni enormi come quello di perdonare i peccati. Tutto grava su di una fragilità estrema. Si direbbe: come possono portare avanti compiti così gravi, donare speranza, parlare di amore e misericordia quando sono loro stessi a mancar di fede e di amore?
E disse loro: Pace a voi! : è il dono che soddisfa il desiderio più profondo che abitare nella pace.
Uno di loro, Tommaso, spiega tutto ciò che stava accadendo. Egli, sganciato dal gruppo, se ne va da solo senza più certezze; del resto che sicurezza ti può dare una che si lascia appendere ad una croce?
Ma in lui una cosa rimaneva certa, che Gesù lo aveva chiamato e per Lui aveva lasciato tutto!
E ora un dubbio personale lo assale: se fosse vero ciò che gli altri, gli amici di allora, gli dicono? E si ritrova con loro.
Viene Gesù che gli mostra le cicatrici vere ma risanate. È proprio Lui! Ora basta. È sicuro di non essersi sbagliato a seguirlo lasciando tutto. Può anche non vederlo più fisicamente ma Lui sarà sempre presente.
E questa sua presenza è in grado di sorreggere la loro fragilità come anche la nostra.
Gesù Risorto ci ricorda che nel mondo abbiamo tribolazioni ma che non dobbiamo temere perché Egli ha vinto il mondo.
E così ad ogni tribolazione che capita, quando qualcosa ci provoca disagio, Lui è presente con la sua gioia e la sua pace.
Impariamo a non guardare troppo noi stessi ma a fissare lo sguardo su di Lui, il Crocifisso Risorto.
Anche oggi Egli viene a ricomporre una umanità chiusa e frantumata. Viene iniziando da pochi, non certo perfetti, ma che escono dai loro modi di pensare (il pensiero di uno, non donato, è chiusura!) per assumere il Suo e diventare un cuore solo e un’anima sola: ciò che è mio è anche tuo sia di natura spirituale che materiale.
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