L’Anno santo sarà tale nella misura in cui sapremo prepararlo e viverlo come un tempo di grazia. Con questa avvertenza, vi affido alcune proposte perché possano diventare impegno da assumere. Con il supporto degli Uffici diocesani, verranno predisposti i sussidi che ne agevolino la realizzazione.
– Dopo Natale ogni comunità viva l’ingresso nel Giubileo con un incontro o una celebrazione, che ne presenti il significato, i contenuti e le principali iniziative.
– La speranza che rinnova l’esistenza nasce dall’incontro con la misericordia del Padre: valorizziamo il sacramento della riconciliazione, educhiamo a dare un nome ai motivi di ringraziamento, presenti nella propria situazione esistenziale (confessio laudis), per riconoscere poi con umiltà la responsabilità dei peccati commessi (confessio vitae) e accogliere la grazia del perdono, che libera, consola e rinnova (confessio fidei).
– Oltre che a chiedere perdono, impariamo a saperlo donare per uscire dai vicoli ciechi che bloccano le relazioni e impoveriscono l’esistenza: “Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è già avvenuto – conviene Papa Francesco –; e, tuttavia, il perdono può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore, livore e vendetta”.
– Prendiamo le distanze da un linguaggio aggressivo e divisivo, spesso veicolato in modo istintivo, superficiale e disinvolto nella comunicazione social. Rivestiamoci di mitezza, di rispetto dell’altro e della sua storia, della cordialità del dialogo senza giudizi preconcetti.
Dalla Lettera Pastorale “Sentieri di Speranza” di don Ivan, vescovo