Epifania del Signore C: 06.01.2022: per un’altra strada! – Mt 2,1-12
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,È il segno di qualcosa di nuovo per la loro vita. Prima seguivano i segni ora seguono la realtà. Il segno serve nel cammino di ricerca ma dopo c’è una vita donata da una persona.
E sarà sempre Lui l’unico segno e l’unica persona in grado di cambiare la vita dell’uomo che prima è soggetto alla morte e poi vivo per sempre.
Anche oggi si deve compiere questo passaggio dalle zone buie dove s’intravede solo qualche segnale indicativo quale flebile luce che appare e scompare quasi che provenga dal luogo che si va cercando e che attira.
Quella stella è già Lui che viene incontro perché si possa capire dove andare. Tu lo cerchi e Lui ti cerca. Due movimenti che sono convergenti. Del resto come incontrare Dio se non è Lui a permettere l’accesso? Ma qui è scontato, perché il bambino c’è. Arrivi, lo riconosci e poi torni guidato da Lui in persona e non più attraverso una stella.
E Lui segna una strada nuova dove più si cammina e più si comprende che ormai gli occhi hanno visto la salvezza. Il mondo può andare dove vuole ma alla fine potrà tornare sui suoi passi e seguire le orme di questo piccolo che portano al cielo.
Non è forse questo il tempo – uno dei tempi – della virata? E la nuova strada non è forse quella della scoperta di una grotta con un bambino nella mangiatoia? E come superare lo scandalo di una mangiatoia come sede del Re del cielo?
Mettiamo in atto il metodo intelligente di Maria, come descritto da Papa Francesco nell’omelia del 1° dell’anno:
“Pensiamo al disagio della Madre di Dio. Che cosa c’è di più duro per una madre che vedere il proprio figlio soffrire la miseria? C’è da sentirsi sconfortati.
Ma lei non si perde d’animo. Non si sfoga, ma sta in silenzio. Custodisce e medita nel cuore …
Il racconto e lo stupore dei pastori ricorda la condizione degli inizi nella fede. Lì è tutto facile e lineare, si è rallegrati dalla novità di Dio che entra nella vita, porta in ogni aspetto un clima di meraviglia.
Mentre l’atteggiamento meditante di Maria è l’espressione di una fede matura, adulta, non degli inizi. Di una fede che non è appena nata, di una fede che è diventata generativa. Perché la fecondità spirituale passa attraverso la prova. … Dalla quiete di Nazaret e dalle trionfanti promesse ricevute dall’angelo – il suo inizio – Maria si trova ora nella buia stalla di Betlemme. Ma è lì che dona Dio al mondo. …
Anche a noi capita di dover sostenere certi “scandali della mangiatoia”. Speriamo che tutto vada bene e poi arriva, come un fulmine a ciel sereno, un problema inaspettato. E si crea un urto doloroso tra le attese e la realtà. Capita anche nella fede, quando la gioia del Vangelo viene messa alla prova da una situazione dura in cui ci si trova a camminare.
Ma la Madre di Dio ci insegna a trarre beneficio da questo urto. Ci mostra che è necessario, che è la via stretta per arrivare alla meta, la croce senza la quale non si risorge. È come un parto doloroso, che dà vita a una fede più matura. …
Maria mette a confronto esperienze diverse, trovando i fili nascosti che le legano. Nel suo cuore, nella sua preghiera compie questa operazione straordinaria: lega le cose belle e quelle brutte; non le tiene separate, ma le unisce. …
Ci aiuti a custodire e meditare ogni cosa, senza temere le prove, nella gioiosa certezza che il Signore è fedele e in grado di trasformare le croci in risurrezioni”.