09.06.2024 – 10 ^ Domenica del Tempo Ordinario: RODE, LA SERVA CHE SA ASCOLTARE
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, è stato ucciso per ordine di Erode, mentre Pietro viene arrestato e gettato in carcere. In questo clima di terrore, «dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui»; anche il giorno dopo, quando molti fedeli continuano a pregare nella casa/chiesa di Maria, madre di Giovanni detto Marco (quello che per tradizione scriverà il Vangelo più antico). Nessuno di loro sa quello che è accaduto durante la notte: un angelo del Signore ha prodigiosamente liberato il discepolo, accompagnandolo poi alle porte della città, da dove Pietro si reca proprio alla dimora di Maria.
«Appena ebbe bussato alla porta esterna, una serva di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunciare che fuori c’era Pietro. “Tu vaneggi!”, le dissero. Ma ella insisteva che era proprio così. E quelli invece dicevano: “È l’angelo di Pietro”» (At 12,13-15). Rosanna Virgili, biblista, evidenzia come sia Rode, la serva (in greco questo nome suona come la parola che viene tradotta con “serva”), la prima a sentirlo e riconoscerlo, la prima inondata della gioia della sua “risurrezione”, la prima che dà l’annuncio che Pietro è scampato alla furia di Erode per opera del Dio che aveva vinto la morte per dare a tutti la Risurrezione.
Ma nemmeno i cristiani riuniti credono alle parole di una serva, proprio come nessuno degli undici discepoli aveva creduto a quelle di Maria di Magdala che annunciava Cristo Risorto: «essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero» (Mc 16,11). Rode, nome che significa “rosa”, non si dà per vinta nel dire che è proprio Pietro quello che sta bussando alla porta, non il suo angelo. Infatti, «quando aprirono e lo videro, rimasero stupefatti» (At 12,16).
«Scopriamo che le “serve” – nome e mestiere che molti ancora usano con disprezzo – sono le prime a vegliare sul futuro del mondo e dell’umanità. Sono le prime a insistere perché la vita risorga da ogni morte. So-no le prime a lievitare la gioia che viene dalla libertà, dal riscatto, dalla liberazione da ogni oscura oppressione», scrive la biblista. Ciò non sembra essere un caso, visto che Gesù afferma che gli ultimi saranno i primi e i poveri saranno beati. «Solo chi è servo può capire cosa vuol dire sperare e attendere una vita nuova e provare la gioia di vederla fiorire». Così, Rode è l’esempio che deve sbocciare nella nostra terra arida, mostrando che occorre insistere nell’essere vigili all’ascolto della Parola di Dio in mezzo a tante parole che vorrebbero imprigionare la speranza. Da Rete Sicomero 31.05.2024
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