09.07.2023 – 14^ del Tempo Ordinario: Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11,29)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,Il brano del vangelo odierno con delicatezza ci consegna il cuore di Gesù e ci fa entrare nella lode che il Figlio esprime al Padre. Innanzitutto Gesù loda il Padre perché il suo mistero di amore che viene a visitare l’uomo e lo salva, è una realtà che riguarda i “disponibili”, coloro che si lasciano amare, intercettare, perdonare, sollevare da lui. Riguarda tutti quelli che non fanno dipendere da se stessi la propria salvezza, ma hanno bisogno del Signore e, avendolo incontrato, lo conoscono e lo amano.
L’invito di Gesù non è per chi è già perfetto, ma per tutti gli oppressi che sopportano stanchezze di ogni genere.
Gesù non toglie la malattia, non preserva dalla morte, non difende dalla calunnia e dal male. Come vorremmo che fosse così!
Invece Gesù si carica sulle spalle la mia vita e la rende più leggera. Il suo “giogo” non è per la schiavitù, ma per la vita. Un peso addirittura leggero, se condiviso con il Salvatore. Un bagaglio trasformato in dolcezze, se la nostra vita diventa imitazione di Cristo.
“Imparate da me!”.
La mitezza e l’umiltà del cuore sono atteggiamenti interiori oggi in via di estinzione.
Sono discepolo di una Maestro mite, che non alza la voce, che non spegne il lumicino, che non spezza la canna incrinata.
Dio ha i suoi criteri e tocca a noi, se vogliamo essere e diventare sempre più discepoli, cercare di capirli e di seguirne gli insegnamenti. È la vita che cambia perché benedetta da Dio che si rivela non a chi crede di sapere, ma a chi rinuncia alla sua vita, ne fa dono, la mette con gioia e semplicità nelle mani del Signore.
Per questo è necessario non smettere mai di imparare da lui. Egli è il modello, il compagno di viaggio, il Maestro da cui lasciarsi guidare, la fonte che dà vita e sostegno.
E si scopre che la strada da percorrere è quella dell’amore, della comprensione, del dialogo, dell’accoglienza, della condivisione e della fraternità.
Proprio come ha fatto lui che si offre nostro compagno di fatica affidabile e con noi porta il giogo dolce e leggero dell’essere cristiani
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