09.08.2015 – 19^ Tempo Ordinario: Cristo o la Verità?
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Fédor Dostoevskij, uno dei più grandi e famosi romanzieri e pensatori russi, nell’anno 1854, scrivendo a Natalia Fonvizina così si esprimeva:
«Sono un figlio del secolo, un figlio della mancanza di fede e del dubbio quotidiani e lo sono fino al midollo. Quanti crudeli tormenti mi è costato e mi costa tuttora quel desiderio della fede che nell’anima mi è tanto più forte, quanto sono presenti in me motivazioni contrarie!
Tuttavia Dio talvolta mi manda momenti, nei quali mi sento assolutamente in pace. In tali momenti io ho dato forma in me a un simbolo di fede, nel quale tutto è per me chiaro e santo.
Questo simbolo è molto semplice, eccolo: credere che non c’è nulla di più bello, di più profondo, di più ragionevole, di più coraggioso e di più perfetto di Cristo e con fervido amore ripetermi che non solo non c’è, ma non può esserci.
Di più: se qualcuno mi dimostrasse che veramente la verità non è in Cristo, beh, io preferirei lo stesso restare con Cristo piuttosto che con la verità».
Dostoevskij con questo linguaggio volutamente paradossale vuole dire una cosa ben precisa: non posso fare a meno di Cristo!
Il cristianesimo sta tutto in questa inaudita affermazione: Dio (sì, Dio!) ha mandato il suo Figlio dentro la tormentata e sanguinante storia umana e, da quel momento, è legittimo sperare che, con la forza onnipotente dell’amore, Egli stia spingendo l’umanità verso «cieli nuovi e nuova terra».
(da Card. Angelo Comastri, la firma di Dio, prefazione)
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