10.02.2019 – 5^ del Tempo Ordinario: IL LINGUAGGIO!
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Nel suo volume Il disegno di papa Francesco, padre Antonio Spadaro ha posto bene in luce il linguaggio semplice accompagnato da quello del volto, delle mani, del corpo della testimonianza papale.
«Bergoglio – scrive Spadaro – “abita” la parola che pronuncia. Come egli non riesce a vivere da solo ma ha bisogno di una comunità, così la sua parola ha bisogno di far posto a chi gli sta davanti. Non è mai pronunciata per la sua bellezza, ma perché è in grado di realizzare una relazione evangelica. La parola di Bergoglio è figlia del sermo umilis di sant’Agostino, perché vuol essere una “parola-casa”, bella, accessibile e chiara, “soave”. Per questo è sempre segnata dall’oralità, dal dialogo, anche se viene scritta. Le parole prendono “corpo”».
Riguardo alla “informalità” del papa, Spadaro ricorda come l’essere “normali” è, per Francesco, una condizione dell’essere cristiano. Quest’uomo, che appare oggi come un icona mediatica mondiale, rifiuta tutti i cliché delle star, in primo luogo l’esibizione della distanza e dell’eccezionalità. Il Deus semper maior è venuto nel mondo come un Deus absconditus, calato appieno nella normalità della vita. Come quella consegnata nella celebre immagine del Papa che sale le scalette dell’aereo portandosi appresso la sua cartella nera.
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