10.12.2017 – 2^ Avvento: VEGLIATE: PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE (Marco 1,1-8)

10.12.2017 – 2^ Avvento: VEGLIATE: PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE (Marco 1,1-8)

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,

Inizio della buona notizia Così comincia il vangelo di Marco

 Il termine vangelo significa infatti buona notizia. Ma qui Marco non si rivolge a chi ancora non conosce la novità di Gesù, ma a persone che già la vivono. Ed egli intende narrare quale ne è l’origine: inizia ora un nuovo rapporto con Dio, non più basato sull’osservanza della legge ma sull’accoglienza dello Spirito; viene infatti detto che l’attività di Gesù è battezzare in Spirito Santo.

La buona notizia è dunque Gesù Cristo: Cristo cioè Messia, senza l’articolo, e significa che non è il Messia della tradizione, atteso da Israele e ma quello che l’evangelista aiuta ora a scoprire; Figlio di Dio: non viene a restaurare il regno di Israele, ma il regno di Dio, l’amore universale del Padre.

Preparate la via del Signore

È un tragitto in entrata nella nostra storia, percorso da Dio, la sua via. Gesù dice: “Io sono la via!”

Non possiamo costruirlo noi ma solo prepararlo. E questo lo possiamo fare ascoltando la sua Parola che ne evidenzia i segnali giusti.

Gesù è via proprio perché è Parola che si fa carne. È il vivere la Parola che fa arrivare Lui a noi e noi a Lui.

È dunque una via che già esiste ma che va scoperta e lavorata dalla Parola e dalla Preghiera, riassunti nel: Vieni, Signore Gesù! Ti attendo, Tu sei la gioia del mio cuore.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo

Non basta il perdono dei peccati ma ci vuole lo Spirito dell’Amore.

Dio non è Colui che ci promette un oasi di tranquillità in cui possiamo sperimentare l’assenza del dolore ed esserne gratificati.

Egli vuole intessere con noi una relazione d’Amore, addirittura simile a quella dello sposo e della sposa. Una relazione feconda di bene.

Egli sempre ci riabilita per accoglierci costantemente sapendo che, in noi, l’amore purificato diviene più forte perché toccato dalla misericordia.

E per questo sa – perché ogni volta di più lo impara – finché quell’Amore diventa la sua vita e lo può donare creando fin d’ora l’ambiente del nuovo cielo e della nuova terra.

Quale servizio in questa settimana?

Incarnare, per quanto possibile, l’amore di Gesù e donarlo!

Friedrich Nietzsche, un visionario capace di scovare in modo paradossale i vizi dei cristiani, scriveva in Umano troppo umano (1879): “(Cristiani,) le vostre facce sono state per la vostra fede più dannose delle vostre ragioni. Se il lieto messaggio della vostra Bibbia vi stesse scritto in viso, non avreste bisogno di esigere così costantemente fede nell’autorità di questo libro” (II,1,98).

Per questo Francesco ripete le parole care a Benedetto XVI: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro … con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva” (Enciclica Deus caritas est [25 dicembre 2005],1, citata in EG 7).

L’oggetto dell’annuncio del Vangelo indicato nel kérygma, nel messaggio fondamentale del Vangelo, così è riassunto dal papa: “Gesù Cristo ti ama,
ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per salvarti (EG 164).