“Tutto è compiuto”
Vi invito perciò a fissare lo sguardo su Gesù inchiodato alla croce. Egli non può più far altro che pendere e soffrire. Anche per noi vengono tali ore, in cui non possiamo far nulla: è un po’ quello che stiamo vivendo in questo periodo di pandemia, e non ci resta che perseverare con Dio.
È sempre l’innocente che soffre per il colpevole. È sempre il seme che deve morire se vuol portare frutto. Neppure a Gesù fu risparmiato nulla di quanto possa chiamarsi miseria umana. Tutto offrì al Padre, con libero atto di accettazione, come sacrificio infinito di lode, di ringraziamento e di espiazione per gli uomini. Soffrì la desolazione e l’abbandono.
Cercò con angoscia indicibile la mano del Padre emettendo un altissimo grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27, 46). L’abisso in cui si trovava la natura umana per il peccato ricadde su di Lui e l’anima sua sperimentò l’angoscia. La forma della sua passione fu crudele, il supplizio terribile: fu alla mercé di uno sfogo selvaggio, di un gioco crudele delle passioni umane. Sulla sua “Via Crucis” solo rovine: anche la sua fine è stata un fallimento, ed è morto come un malfattore. Apparentemente, un uomo che muore nell’abbandono di Dio e nell’infamia degli uomini. Lui che “oltraggiato non rendeva oltraggio, e maltrattato non minacciava vendetta, ma si consegnava agli ingiusti” (1Pt 2, 23).
Guardiamo il Crocifisso: l’Agnello di Dio sulle cui spalle è gravato tutto il peso del peccato del mondo! Guardiamo il Crocifisso per le cui piaghe siamo stati guariti: egli ci ha amati per primo e ha dato sé stesso per noi! Guardiamo il Crocifisso che dall’alto del patibolo ci attrae tutti a sé. Il Crocifisso, che ci dona sua madre e lo Spirito Santo.
San Paolo VI, nella Via Crucis del 1972, commentava:
“Ascoltiamo Lui, il Crocifisso, Lui: Gesù, morto, ucciso, sepolto. Ascoltiamolo: se avesse ancora qualche parola da dirci. Si, Egli parla ancora: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi; ed io vi consolerò”. Il Crocifisso parla a te, uomo che soffri; a te, uomo aggravato dalle fatiche e dagli affanni, dalle miserie della tua vita. Parla a te, ammalato; a te, povero; a te, emarginato. Parla a te, uomo che piangi; a te, uomo che forse ridi per non imprecare; a te, uomo che taci, all’orlo della disperazione. Colui che ti parla e ti chiama è l’uomo del dolore; colui che conosce il tuo soffrire ti parla: ascoltalo!”
Concludo con un breve pensiero di Mazzolari:
“Il Crocifisso è l’offerta piena. Non si è tenuto niente, né un lembo di veste, né una goccia di sangue, né la madre. Ha dato tutto. Spogliato, nudo, mangiato dalle ferite, dalla sete dell’abbandono, dagli improperi: non c’è più figura di uomo. Dare tutto: ecco la carità. Dove finisce il mio, comincia il paradiso”. (dalla 5^ lettera del Card Bassetti nel tempo del coronavirus)
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SEI TU, GESÙ CROCIFISSO E ABBANDONATO!
(titoli dallo scritto di Chiara Lubich)
COSÌ PER GLI ANNI CHE MI RIMANGONO: ASSETATA DI DOLORI, DI ANGOSCE, DI DISPERAZIONI, DI MALINCONIE, DI DISTACCHI, DI ESILIO, DI ABBANDONI, DI STRAZI, DI…TUTTO CIÒ CHE È LUI E LUI È IL PECCATO, L’INFERNO.
È non desiderare altro! È far diventare un fatto
straordinario e sporadico, ordinario!
Spesso si dice: non ci voleva, non me la sento.
È capovolgere il tutto e dire: questo io voglio, mio Dio,
perché lo hai voluto e lo vuoi Tu. “Sei Tu”.
La durezza è diventata sopportabile
perché “è Lui”, il peccato, l’inferno
cioè il negativo assoluto.
Facendolo proprio, per vincerlo definitivamente,
ha aperto la strada.
Serrato a sé non sono più angoscia, disperazione, malinconia, distacco, esilio, abbandono, strazio, ma Lui. È abbraccio con Lui! Amore intimo! Salvezza dell’uomo!
Paradiso dell’anima! unità!
È il tutto compiuto anche nell’anima
che non ha più sete di nulla perché ha soltanto Lui,
il vero Dio Amore che, sulla terra, così lo dimostra! (Dip – continua)
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Pensiero del giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni 18,1-19,42
IL CALICE CHE IL PADRE MI HA DATO, NON DOVRÒ BERLO?
Gesù non ha più nulla. Solo il Padre con la sua Volontà da compiere, dà senso al suo essere Figlio! È come dire: se il Padre lo vuole, è sempre cosa buona e per il bene.
E Gesù vive questa volontà, senza ribellione alcuna. Il motivo che le dà valore, è enorme – infinito! – e non ci si può tirare indietro: il Padre vuole tutti i suoi figli insieme, i figli dispersi e disorientati. E allora Io so che “quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv12,32).
E sarà proprio il suo grido – Dio mio, perché mi hai abbandonato? – che ridarà speranza al mondo. Perché se per noi è grido di dolore, per Lui è solo grido d’Amore!
E così anche ogni grido di morte, ha la possibilità di trasformarsi, a motivo di Lui, in grido del parto che genera nuova vita, un nuovo inizio.
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