11.07.2021 – 15^ Tempo Ordinario: La comunità che evangelizza
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Gesù prese a mandare gli apostoli a due a due.
E questo dice una provenienza. Egli infatti non fa altro che mettere in atto le dinamiche della sua stessa vita, quella della Trinità.
Con ciò si spiega bene anche la ragione per cui l’annuncio del Vangelo non è mai opera di individui che predicano le proprie intuizioni o ispirazioni personali. Chi lo annuncia si deve mantener in piena sintonia e comunione con la chiesa.
E nella chiesa tutti sono mandati e, quindi, tutta la comunità cristiana è responsabile dell’annuncio del vangelo. Del resto come fa a stare zitto chi incontra per davvero Gesù?
- È a questa comunità di discepoli che Gesù conferisce il potere che egli stesso ha esercitato: impartire ordini agli “spiriti impuri” cioè a tutte le forze che allontanano da Dio e dalla vita, suscitano cattivi sentimenti e causano oppressioni, violenze, ingiustizie.
- Gesù ne stabilisce il corredo.
– Un bastone: nel Vangelo di Marco è ammesso per il suo significato simbolico. Con un bastone Mosè e Aronne, hanno lottato contro le forze oppressive del faraone, e Mosè ha compiuto con esso molti prodigi. Qui il suo significato conduce all’unica forza, quella consegnata agli apostoli da Gesù: la sua parola.
– Né pane, né sacca, né denaro…: così non può attecchire il fermento di questo mondo, la convinzione cioè, che l’efficacia della missione dipenda dalla quantità dei mezzi materiali che si hanno a disposizione. E si può dedurre che il modo più efficace per conquistare fiducia è di consegnare la propria vita nelle mani di coloro cui si offre il vangelo, mostrando che si dipende da loro anche per il proprio sostentamento.
Non è concessa, per questo, la sacca, perché non è consentito conservare provviste per il giorno dopo; il pane che è chiesto al Padre è quello quotidiano e, se ne riceve di più e gliene avanza, subito lo porge a chi è nel bisogno.
– Sono accettati, oltre il bastone, solo i sandali e una veste: l’essenziale per camminare, vestirsi e difendersi dagli animali.
Come comportarsi di fronte chi non accoglie? Si parla di “scuotere la polvere sotto i piedi”, che era il gesto che ogni israelita compiva quando, lasciata la terra dei pagani, entrava nella terra santa. Gesù lo suggerisce ai discepoli “a testimonianza per loro” e non contro, e questo dimostra il sacro rispetto per la libertà di ognuno. È l’invito a non insistere più del dovuto, a non diventare assillanti, per non ottenere l’effetto contrario, quello di infastidire le persone. Gli apostoli sono inviati a portare una proposta, che è quella di annunciare fedelmente la Parola di Cristo, mentre l’adesione o il rifiuto, i frutti più o meno abbondanti non dipendono da loro, ma dal tipo di terreno sul quale avranno sparso, in abbondanza, ma con dolcezza e rispetto, il seme.
In conclusione.
È la vita vissuta dai discepoli che rende evidente, sviluppandosi, quel modo diverso di essere, di pensare e di agire generato dall’ “l’amatevi di Gesù”, divenuto norma e stile di vita, che poi si manifesta come altamente contagioso tanto da far emergere un desiderio, deposto nel cuore e nell’anima, che risveglia la nostalgia di paradiso. Ed è qui che Gesù intende arrivare! Egli porta il paradiso sulla terra perché ognuno abbia la possibilità di entrarvi come a casa sua. È così che i “due” dell’inizio, possono ben moltiplicarsi; e nasce così una civiltà nuova, quella dell’Amore, dove ognuno è se stesso e insieme dono di sé all’altro
Ognuno può chiedersi: Mi sento responsabile dell’annuncio del Vangelo come buona notizia? Sono convinto, e provo ad attuarlo, che il comandamento dell’amore reciproco è metodo di annuncio più vero e fruttuoso? So stare accanto all’altro con Amore e non per altri fini pur buoni e sacrosanti?