11.09.2016 – 24^ Tempo Ordinario: Mi alzerò e andrò da mio Padre (Lc 15,18)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,Le letture di questa domenica sono incentrate sulla situazione di fragilità dell’uomo e sulla misericordia di Dio. Nella pagina evangelica possiamo cogliere come è Dio a perdonare il peccato e a riportarci alla comunione con sé. L’iniziativa divina appare chiara: è Lui che si mette alla ricerca della pecora, della moneta perduta, va incontro al figlio; ed è immensa la sua gioia quando può dare libero corso alla sua misericordia.
Il suo atteggiamento risulta tanto più sconcertante in quanto dimostra un amore tutto particolare per i lontani, per i peccatori: alla sola condizione che si lascino amare. Il suo desiderio è di riammetterli nell’ambito dell’intimità e della festa della famiglia.
Dio ama il peccatore: ed è perché lo ama che lo salva. Questo è il volto di Dio rivelato da Gesù.
Nella prima parte della parabola del Padre misericordioso e del figlio prodigo è dominante la figura del figlio minore. Il suo allontanarsi dalla casa paterna diventa un’illustrazione della sua decadenza morale. La lontananza è accentuata dallo sperpero del patrimonio che egli aveva ricevuto dal Padre: l’incapacità di far fruttare i beni ricevuti indica il totale fallimento dell’esperienza e sembra distruggere il legame familiare. In quella situazione “rientrò in sé”: è l’inizio della conversione che nasce da una presa di coscienza della situazione. Poi essa diventa azione: “Mi alzerò e andrò da mio Padre”. Da quel momento il protagonista diventa il Padre. Riempie tutti i vuoti e li colma del suo amore sovrabbondante. Appena accennato al primo passo da parte del figlio, il resto lo fa il Padre.
Il primo passo permette a Dio di essere Dio, misericordia infinita. Coltiviamo questa certezza.
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