11.10.2015 – 28^ Tempo Ordinario: Vendere e lasciare: perché?
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Vendi quello che hai…non c’è nessuno che abbia lasciato” (Mc 10,21.29).
Vendere è espropriarsi per poter amare; lasciare è andare per poi ricevere di più. Si parte da un punto sicuro: non mi manca nulla; sto bene in famiglia, per arrivare a vivere l’ avventura sempre nuova dell’amore con le soprese promesse da Gesù.
Il vendere indica comunque una ricchezza che si possiede o ci possiede e che vien chiesto di farne un bene per gli altri. Qui si dice i poveri, ma di che cosa? Forse di soldi ma anche di cultura, di fede, di comunione, di amore, di affetto…e ciò impedisce di vivere una vita buona e serena.
Il lasciare indica anch’esso un possedere qualcosa che da tranquillità come una casa e una famiglia e vien chiesto di non accomodarsi su di esse ma mettersi in gioco vivendo per Gesù e il Vangelo.
Il tutto però basato sulla libertà con la quale si può accettare o rifiutare una sfida.
Comunque sia vengono in evidenza le possibilità che uno ha per vivere una vita tranquilla ma piatta e talora inconcludente ed una vita più insicura ma tutta da vivere con stupore e tra sorprese continue..
Gesù invita a non lasciarsi vivere e sviluppare il meglio di sé.
Se oggi si dice che la vita ha perso il senso, ebbene Gesù glielo vuole ridare. E dice più o meno così: va bene l’eredità che ti è stata lasciata e le doti spiccate che hai, la famiglia in cui sei cresciuto ma ora vedi bene cosa fare della tua ricchezza e come realizzare la tua vita.
Fa bene risentire le raccoman-dazioni di S. Paolo:
“Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; 30quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; 31quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo! (1^Cor 7,29-31)
Abbiamo tutto in mano, a noi decidere!
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