12.02.2017 – 6^ del Tempo Ordinario: FU DETTO…MA IO VI DICO (Mt 5,17-37)

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Gesù non è venuto per abolire la Legge o i Profeti, ma è venuto per dare compimento e riportare la Legge all’antica e originaria intuizione: essere una via che l’uomo può percorrere alla ricerca del volto di Dio; e non può divenire un modo per rinchiuderlo in un orticello chiuso e tranquillo, in cui si praticano le proprie devozioni per ‘sentirsi a posto’.
Per questo dice Gesù: Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Vale a dire: se il vostro modo di ricercare Dio e la sua volontà non va oltre il rigido formalismo non potete entrare nel regno dei cieli, essere suoi discepoli.
Con Gesù si passa dalla giustizia della legge alla giustizia dell’amore. Limitarci ancora a dire: “Non ho ammazzato, non ho rubato, non ho tradito, non basta.
Gesù propone a coloro che vogliono seguirlo, di uscire da quel avere inteso che fu detto per entrare nella novità del ma io vi dico. Ed in quei ma c’è tutto il peso di una persona-evento che stravolge il corso della storia e dei rapporti degli uomini con Dio e tra loro.
E allora…

  1. Non basta non uccidere; d’ora in poi occorre mettere l’altro in condizioni di vivere in pienezza la sua esistenza, senza ridurre la sua vita ad una lotta per la sopravvivenza, traducendo in atteggiamenti pratici la logica del Regno, laddove si vive da fratelli e sorelle. L’altro non può continuare a star davanti a fare rabbia, a far venire il nervoso, non è controparte o peggio avversario da cui guardarsi. L’altro è fratello e sorella! Ecco perché la nuova giustizia ha come metro l’amore reciproco e non la coesistenza pacifica per l’osservanza della legge o per aver deposto le armi.
  2. Non basta non commettere adulterio, occorre ridare dignità al nostro cuore malato di possesso per cui l’altra, o l’altro, mi appartiene come un giocattolo che posso usare quando e come mi piace. Ci vuole un guardare per far essere e non per possedere che, per Gesù, è uguale se dentro il cuore dove nessuno vede o fuori di esso dove si può perdere la faccia. Gesù è venuto per rendere possibile un rapporto vero e autentico tra uomo e donna, rispettoso e costruttivo, aperto ed elevante.
  3. Non è più necessario giurare o spergiurare per esprimere la sincerità dei gesti e delle parole. Quando si è fratelli e sorelle è naturale l’esser sinceri e trasparenti. Si ha fiducia e si superano i pregiudizi.

Questo allora non è il tempo di evitare soltanto le grosse mancanze e nemmeno quello di agire semplicemente per non fare peccati. Questa è una ritirata in difesa e, prima o poi, si rimane colpiti.
Il tempo di Gesù è il tempo di fare il bene, di costruire relazioni vere, con coraggio, che possano aiutare l’altro ad essere se stesso.
“Io vi dico” segna i tempi ultimi, nel senso che si tratta di parole definitive che vanno vissute per essere nel Regno dei cieli. Sono parole incentrate sull’Amore che è delicato, attento, dove i gesti, le parole e gli sguardi sono veri ed esprimono la bellezza e la bontà del cuore.