“Ne anch’io ti condanno” (Lc 8, 11).
E così Gesù si rivela “misericordia” da sempre e per sempre.
“il suo nome è misericordia” è il titolo autografo del libro – intervista di Papa Francesco.
Noi portiamo prove per condannare, Gesù conosce le prove ma non condanna. Vede cioè l’uomo peccatore ma mai destituito della sua dignità di figlio.
“Va e d’ora in poi non peccare più”(Ib).
E qui siamo alla misericordia che agisce sul male riabilitando la persona.
Isaia dice: “ecco io faccio una cosa nuova” (43,19).
San Paolo esprime la sua esperienza: “12 Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. 13Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, 14corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3, 12-14)
Per la misericordia io vivo, per la misericordia torno a vivere.
Considerazione per noi
Quando mi avvicino a chi ha sbagliato devo mettere in moto la misericordia e non la condanna: non condannate.
La donna è invitata a usare del suo cuore per una vita più significativa, piena di risorse. La misericordia ha la capacità di far essere un cattivo, buono; di trasformare l’errore e il peccato in momento di grazia.
Dio oggi ha bisogno del nostro cuore per amare con questo Amore. Se la persona ritrova la genuinità del suo cuore, ritornerà ad amare e il mondo può sperare.
Ma l’amore deve essere
- puro – senza secondi fini se non quello di amare -;
- vero – vuole il bene e la salvezza dell’altro -;
- propositivo – và…inverti la rotta e buttati a vivere per amare.
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