13.03.2022 – 2^ Quaresima: Il segreto della preghiera
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Poi, come d’incanto, si spengono le luci abbaglianti e resta solo quella di Gesù che può dire: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). E allora anche le tenebre sono illuminate e ognuno può dire: “la mia notte non ha oscurità!” (detto attribuito a S. Lorenzo). Anche la pace, ora immersa nelle tenebre, ha la sua luce: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27).
Il Vangelo termina dicendo che “in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto”.
È un invito ad essere ponderati nel donare la propria esperienza verificando nella vita, e meglio con qualcuno, la verità o meno di ciò che ci accade senza darlo subito per certo. Del resto la nostra vita sarà credibile solo dopo il passaggio attraverso il crudo del Vangelo, la parte più dura da accettare. Non c’è esperienza valida di Lui senza questo passaggio. E allora accade una verità: solo se non si rifiuta la sofferenza, la prova e la fatica, si può cogliere quella luce, pace e serenità, anzi quella beatitudine che si va cercando. E si può capire ciò che la voce dall’alto dice: ascoltate Gesù, seguite Lui. Egli sale sul calvario per discendere nel sepolcro e lasciarlo vuoto. È questo il Gesù vero non ce n’è un altro. Se con Lui si vive il dolore con Lui si può anche assaporare la gioia vera.
Ci può aiutare a capire il passaggio attraverso il dolore l’esperienza di S. Martino, che aveva anche delle visioni soprannaturali. Un giorno, mentre stava in preghiera nella cella, sentì bussare alla porta. Entrò un giovane re, ornato a festa, tutto splendente di luce. Il santo lo guardò per bene, poi si girò dall’altra parte e continuò a pregare. Il giovane re, meravigliato, esclamò: “Martino, io sono il tuo Signore, come mai non mi guardi?”. Il Santo senza scomporsi rispose: “Tu non sei il Signore Gesù, tu non mi ami: le tue mani ed i tuoi piedi non portano i segni dei chiodi, tu non hai dato la vita per me!”. E continuò imperterrito a pregare. Il giovane re se ne andò: era il tentatore travestito.
Come concludere pensando al tempo che stiamo vivendo. Se, come assicurato, è Gesù a darci la pace, non ci resta che ascoltarlo perché questa pace emerga dalla guerra e dal buio della vita di ognuno; e costruiamola col perdono – amore moltiplicato – perché diventi vera cultura. E Gesù stesso può continuare a dirci: “Non sia turbato, il vostro cuore e non abbiate timore… vado e tornerò da voi” (Gv 14,27.28).