13.10.2019 – 28^ Tempo Ordinario: La fede che salva – Lc 17,11 -19
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Alzati e va’: la tua fede ti ha salvato” (Lc 17, 19).
La fede è un dono dalle molteplici facce, per quante sono gli eventi che la toccano e le persone che la vivono.
La faccia con cui oggi si presenta è quella di un uomo che ha chiesto aiuto, lo ha ottenuto, ma non gli è bastato, non lo ha soddisfatto. Del resto avere una vita sana è cosa buona ma non è questa che dà senso all’essere dell’uomo.
Quest’uomo purificato dal male fisico che lo aveva colpito, torna all’origine del fatto che lo ha coinvolto.
Viene a ringraziare ma dentro al ringraziamento c’è una ricerca: chi è Colui che mi ha purificato?
Non si ferma alle cose materiali o al benessere fisico che sono beni ma ancora deteriorabili. Scopre che la salute non è tutto. Egli eleva lo sguardo a ciò che non passa e nasce l’interesse per Gesù, Persona viva, che è capace di qualcosa di più che una purificazione del corpo.
C’è quella tipologia di fede che non si ferma al dono ricevuto ma che va al Donatore. È la fede che vuole scoprire cosa ci sta dietro a ciò che gli accade. E questa fede diviene relazione.
L’uomo ora sa che Gesù va riconosciuto e amato non per quello che ti fa ma per quello che è. Egli Lo guarda con intensità e sperimenta che è salvo.
Gesù infatti glielo conferma: ecco il frutto della tua fede; non sei solo purificato dalla lebbra, come lo siete stati tutti e dieci, ma sei salvato, cioè capace di sperimentare quanto sia importante incontrare e scoprire il cuore di Dio che, in Me, ti ama e ti salva.
È l’esperienza che può colpire chiunque.
Ti senti un verme, ma non ti dai per vinto e accetti questa umiliazione interiore; di colpo ti trovi diverso. Torni a Lui, Gesù, e scopri chi è stato a tirarti fuori.
Gli dici grazie e comprendi che questo grazie fa parte del linguaggio più vero e più puro della fede. Con esso dici che non sei stato tu, non è opera tua e delle tue capacità, ma di Qualcun’ altro.
Gesù poi te lo fa capire e puoi dirgli: solo tu mi basti…e mi rendi libero.
Un’ultima nota:
“Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?” (Lc 17, 18)
Gesù non vuol certo far polemica ma il disappunto deve essere stato grande. È come dire: per i vicini, tutto è dovuto come se fossero gli aventi diritto.
È l’eterno problema di chi vuol essere in salute e star bene per sé e, quando è così, pensa di aver trovato il Dio “suo” che lo gratifica. Senza comprendere che, se Egli ridona forza e salute, non è perché uno ne diventi quasi orgoglioso ma perché se ne serva per far del bene, per amare, per dare gloria a Dio.
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