Questa domanda è posta a Gesù da un giovane appassionato e sincero. Tuttavia la domanda nasce dal non aver ancora trovato, da una insoddisfazione pur vivendo in una rettitudine morale che dovrebbe dar sicurezza e libertà davanti a Dio e agli uomini. Questo giovane porta davanti a Gesù una schiera interminabile di persone per bene e che fanno anche tanto bene, ma sono infelici e disgustate del vivere. Il loro vivere è sempre minacciato dalla precarietà della virtù e della perfezione umana. Vogliono una vita che sia eterna, come Dio. Vogliono la vita di Dio.
Sono sulla buona strada per salvarsi l’anima, ma non si sono lasciate ancora salvare da Dio. A Dio non hanno ancora dato nulla, perché non hanno dato se stessi. L’amore di Dio li chiama a rinunciare a se stessi, prendere la croce e seguire Gesù. Devono fare come Lui che ha lasciato tutti i suoi privilegi divini e si è fatto uno con noi, umiliandosi fino alla morte e alla morte di croce. Si è perso e ha perso tutto per ritrovarsi e ritrovare tutto nell’amore.
Si tratta di passare dalla logica della perfezione, alla logica dell’amore: seguire Cristo per lasciare via libera a Dio, a cui tutto è possibile. Questa è la risposta, è la “buona notizia”.