14.02.2021 – 6^ del Tempo Ordinario: Dio non può non essere che Amore

14.02.2021 – 6^ del Tempo Ordinario: Dio non può non essere che Amore

Pubblicato da admin, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Abbiamo sentito, nella 1^ lettura, la disposizione del Levitico su come si deve comportare un lebbroso: stare lontano dagli uomini, e quindi emarginato; in più lo si riteneva anche lontano da Dio, perché la lebbra veniva collegata al grave peccato compiuto meritevole di punizione con il conseguente rifiuto da parte di Dio. Questa è l’immagine di Dio impressa nel cuore di questa persona!

Comunque sia la fama di Gesù deve essere giunta anche alle sue orecchie, per cui egli prende il coraggio, gli si avvicina e chiede: se vuoi puoi purificarmi.

Il testo parla di Gesù che “ebbe compassione”, ma il verbo usato esprime piuttosto indignazione: come può venire inculcata nel cuore di una persona, una tale immagine di Dio?

E Gesù allora rivela il vero Dio, al quale ci si può accostare nella certezza di essere accolti e curati.

Ed ecco i suoi gesti:

  • Stende della mano: il gesto indica quando Dio colpisce e qui il bersaglio è quella lebbra che vuol distruggere nell’uomo l’immagine vera di Dio!
  • Lo tocca: Gesù tocca il lebbroso, lo accarezza… questo è il Dio che vediamo adesso in Gesù di Nazareth!
  • E gli disse: “lo voglio”: Gesù esprime la volontà del Padre che è quella di liberare l’uomo da ciò che lo deturpa tirandolo fuori dalla comunione, condannato a vive in isolamento e lo

rende insensibile al bene, incapace a cogliere il senso delle cose e la luce dello Spirito che conduce nella strada di Dio.

Gesù ridona nuove possibilità dentro la comunità con un reinserimento contraddistinto dal dono di sé; e fa anche scoprire e riscoprire la bellezza del vivere insieme dove il dono di sé diventa reciproco: ognuno è dono per l’altro.

Gesù può e vuole per ognuno, che sia e si senta figlio amato dal Padre, dentro la famiglia trinitaria. Così che nessuno sia più solo, girovago, senza ragione di vita e senza meta.

In conclusione

Il vangelo termina con l’ex lebbroso che diviene il primo predicatore che troviamo nei vangeli. Lui, che era emarginato, annunzia, – più che il fatto “il messaggio” -, che nessuno al mondo può sentirsi escluso dall’amore di Dio. È come dire: “ricordati, quando ti senti lebbroso non sentirti lontano da Dio”. È proprio perché ti senti amato tu ti accosterai a Lui che è l’unico che ti può curare, l’unico che ti può far diventare bello, simile al Padre del cielo.

Punto di domanda: non sarà che anche noi siamo chiamati a lasciare un modo di pensare che ci fa ritenere lo sguardo d’amore di Dio mutevole, a seconda che si è brutti e sporchi oppure belli e buoni?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *