14.03.2021 – 4^ Domenica di Quaresima: La verità del Dono senza condizioni

14.03.2021 – 4^ Domenica di Quaresima: La verità del Dono senza condizioni

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Come Mosè innalzò il serpente nel deserto … così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo…

Gesù si riferisce all’ episodio dei serpenti velenosi (Cfr Num 21,8) che mordendo uccidevano chi aveva protestato contro Dio. Ma lo fa per la parte della salvezza, non per la parte del castigo perché in Gesù Dio non castiga, ma a tutti offre amore, offre salvezza.

L’innalzamento dice visivamente la modalità della morte di Gesù (sollevato da terra sulla Croce) e il significato del suo morire (sollevato in alto verso Dio), mostrando insieme l’umiliazione e il trionfo. In realtà se lo si guarda dal basso, si vede nel Crocifisso già i tratti del Risorto (si vede uno sconfitto innalzato); se lo si guarda dall’alto, si vede nel Risorto i tratti del Crocifisso. L’Innalzato svela contemporaneamente la duplice verità della Croce.

Ecco allora una visione nuova: di fronte al crocefisso, a colui che viene innalzato, tutti vedono dolore, fallimento, sconfitta; l’evangelista lo legge come una manifestazione dell’amore e usa qui per la prima volta il verbo “agapan”, che dice amore incondizionato, quello che fa dimenticare completamente se stessi per vivere nell’attenzione al bisogno dell’altro e alla disponibilità di dare vita, di dare gioia all’altro!

 “Dio ha tanto amato il mondo da donare…

Ecco da dove tutto ha avuto origine: dall’Amore straripante di Dio che trova in Gesù la sua massima espressione; mentre Egli si consegna non va tanto a morire quanto a vivere così “tanto Amore” e ad aprirne l’accesso a tutti.

Per entrarvi non si richiedono particolari sforzi quasi che fosse una conquista. È solo questione di crederci, cioè lasciarsi inondare da un così “tanto Amore”, incondizionato.

L’accoglienza, tuttavia, impegna tutta la responsabilità a viverlo e farlo scorrere. Si entra, infatti, a far parte della stessa vita di Gesù intessuta del “tanto Amore” che non trova ostacoli in noi ma, anzi, diviene come aria che si respira, pane che sfama, acqua che disseta; il tutto in abbondanza per sé e per tutti.

E allora dove sta il giudizio di cui Gesù parla?

È proprio il “tanto Amore” di Dio che giudica l’egoismo e lo sconfessa. È dunque un giudizio basato sulla luce. La luce è positiva è necessaria per vivere. Essa fa male soltanto quando l’uomo vive nelle tenebre, nel buio.

E allora perché le tenebre fossero rotte ci voleva che Dio donasse il Figlio che, a sua volta, il Figlio donasse se stesso per comporre una scia di luce, quale catena d’amore, che di dono in dono illuminasse fino a soppiantare le tenebre. Del resto più si ama e più la persona diventa luminosa perché risplende la stessa luce di Dio.

Per questo la salvezza non è essere scampati da un pericolo o andare in paradiso dopo che si è fatto una buona confessione … e ricevere e lasciare che si manifesti questo “tanto Amore” che costituisce la stessa vita di Dio!

E dunque:

Chi salverà il mondo se non il “tanto Amore” che tutto dà e nulla chiede? E chi potrà resistere alla sua spinta?

E perché non credere al “tanto Amore” che ci coinvolge con Gesù nella salvezza del mondo? Il mondo è salvato per mezzo di Lui, che è quel “tanto Amore” che si rivela, e che vuole dilagare diventando motivo di vita in tutte le membra del suo Corpo!

Ogni atto d’amore, anche il più piccolo, ha in sé la capacità di cambiare il mondo.

Non è importante che si veda. Ciò che vale è che ci sia.

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