1. “Camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme” (Lc 19,28).
Gesù sapeva ciò che gli sarebbe accaduto da lì a pochi giorni, eppure sale.
Ora uno che fa così deve avere nel cuore e nella mente molto chiaro il significato dei suoi gesti e di ciò che gli accadrà.
Gesù conosce solo l’Amore che è più forte della festa ora e poi dell’odio e della stessa morte. È e sarà un Amore del genere a produrre frutti di pace e di bontà; e soprattutto a creare sulla terra ciò che è prerogativa del cielo: l’unità. Ma è necessario amare sempre nonostante tutto, costi quello che costi e diffonderlo fino a farlo diventare reciproco, vita fraterna, vita di famiglia. Questa è vita vera.
2. “Ho desiderato mangiare questa Pasqua con voi” (Lc 22,15).
Il Pane della sua Pasqua è il suo stesso Corpo, cioè carne e sangue. Fin qui la cena.
Dopo cena, cioè fuori della cena, c’è il calice che indica la nuova alleanza, la piena liberazione dagli ostacoli alla relazione con Dio e fra gli uomini. È lì che, chiunque lo beve, impara a creare relazione nel suo sangue, cioè nel dolore di una separazione, di uno strappo.
3. “Voi siete quelli che hanno perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno” (Lc 22,28.29).
Perseverare nelle prove è prendere su di sé il dolore del mondo fino al peccato mentre il regno è esperienza di famiglia in cui tutti sono a mensa.
4. “Ho pregato per te, Simone!” (Lc 22,32).
È questa la tua garanzia e non la tua generosità.
5. “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice” (Lc 22,42).
È il calice contenente la feccia del vino di tutte le cattiverie umane, che diventa sangue del suo sangue. Ma se vuoi, dice Gesù al Padre, sono pronto a berlo.
“Entrato nella lotta, pregò più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue” (Lc 22,44). È la nota del medico Luca per dire il terrore e l’angoscia mortale quando invade l’uomo.
I discepoli “dormivano per la tristezza” nel vedere Gesù così fragile, Lui che aveva operato miracoli!
Alzatevi, dice Gesù, e pregate per non entrare in tentazione” (Lc 22,46) … quella di credere che tutto è finito.
6. “Questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre” (Lc 22,53).
È un’ora di passaggio che ci deve essere per arrivare alla luce. È l’incomprensibile Dio che si manifesta vero uomo.
7. “Il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro” (Lc 22,61).
È lo sguardo che cancella la troppa fiducia in se stesso e fa entrare nella misericordia di Dio. Dice di se stesso Papa Francesco: “Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato”.
8. “Molte cose dicevano contro di Lui, insultandolo” (Lc 22,65).
È l’umiliazione! E “anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò” (Lc 23,11).
9. “Oggi con me sarai in paradiso” (Lc 23, 43).
È l’epilogo glorioso che svela la morte dell’innocente. Noi diciamo che il giusto paga per il peccatore. Ora qui accade per davvero. Chiediamoci: dov’è Dio? E vediamo che è sulla croce perché deve incontrare l’umanità ribelle crocifissa. È Dio che salva l’uomo!
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