14.05.2017 – 5^ Domenica di Pasqua: Fidarsi di Dio
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Mi metto a pregare! Almeno questo intendo fare quando mi inginocchio e comincio a pronunciare parole imparate a memoria, o quando ricavo dal mio vissuto qualche necessità che altri non comprenderebbero e che lascio a Dio risolvere; o quando il cuore è gonfio e trabocca spontaneamente facendo partecipe Dio della gioia immeritata.
Ma è preghiera questa? O è solo un riflesso di me stesso? Un bisogno di adempimento, un ripensamento di commiserazione, o un’autogratificazione? Gradatamente mi rendo conto chi sono io per Lui: sono stato pensato da Lui, sono uscito da Lui, appartengo a Lui, sono avvolto da Lui. Non posso rivolgermi a Lui in modo impersonale.
Questo è quello che veramente provo: fatica di fidarmi, ad uscire da me stesso, a sentirmi creatura nelle mani del Creatore; sento il desiderio di cercarlo, aspetto che i suoi occhi affondino nelle mie piccolezze e mi incoraggino, provo meraviglia per le sue opere create e per ogni novità dello Spirito, provo gioia quando riconosco il filo d’oro con il quale Dio collega le varie circostanze della mi a vita.
Sento che le mie infedeltà non scuotono il rapporto con Gesù; provo la mia insufficienza e chiedo a Dio che mi soccorra nella fatica di allentare le mie difese e di correre verso di Lui. Voglio essere vero quando prego, sentire la preziosità del Dono della Sua vita per me.
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