C’è un fuoco che è l’Amore dello Spirito Santo ardente nel cuore e provoca una voragine di bene!
C’è un battesimo di croce che, azzerando l’egoismo e l’apparenza, crea un nuovo modo di pensare e di agire.
Ed è qui che la pace del quieto vivere, senza sussulto alcuno, cede di fronte ad un’altra pace che proviene dal superamento dei livelli solamente materiali e chiusi al trascendente.
E c’è una divisione che accade quando i vecchi pensieri, quelli che davano sicurezza, entrano in confusione e nasce la divergenza tra chi si accontenta di vivere e lasciar vivere e chi invece desidera una carica maggiore di coraggio che dia senso alla vita; e anche tra chi vede nei vari interessi accumulati, lo scopo della vita, e chi invece va più al sodo e legge dentro di sé i disagi e i vuoti e cerca qualcosa o qualcuno che lo sazi.
Gesù scava allora dentro l’uomo, dentro ciascuno di noi; e può dire: tu non sei fatto per vivere tranquillo per te o, al massimo, per i tuoi, ma il tuo cuore è capace di ben altro. Non fermarti alla prima asperità e non accontentarti degli spiccioli della vita e di sprazzi di gioia e di pace.
Gesù è dunque colui che vaglia la sua vita di uomo e vi trova fuoco e croce; ma sarà quel fuoco, prodotto dalla croce, a scaldare tutti e a bruciare ciò che è destinato a bruciare come la smania di apparire, di non essere nella verità, che dà l’illusione di essere felici senza amare.
Il Vangelo è una fiaccola accesa che vuole ridurre ad un immenso rogo tutte le strutture ingiuste, le situazioni disumane, le discrimina-zioni, la bramosia del denaro, la frenesia del potere. Chi si sente minacciato da questo “fuoco” non rimane passivo. Si oppone con ogni mezzo. Reagisce con violenza perché vuole perpetuare il mondo del peccato.
Gesù alza l’asticella che porta la stessa famiglia a chiedersi se per davvero c’è in essa una molteplicità di relazioni vere o è simile ad un albergo o, nel caso peggiore, uno stare insieme sopportato e quindi mal vissuto.
Non si deve confondere l’odio, la violenza, le parole offensive e arroganti – che sono incompatibili con la scelta cristiana – con il confronto leale, con i dissensi che nascono da proposte nuove, evangeliche. Questi sono necessari, anche se dolorosi, soprat-tutto quando coinvolgono i membri della stessa famiglia.
È un esame che oggi viene proposto: che cosa o chi dà senso alla mia vita? Sono io a manovrarla o c’è il fuoco dell’amore che, fatto di croce, ne provoca ogni giorno una nuova combustione che poi straripa dilagando?
C’è da ricordare poi che il buttarsi sul “di più” di Gesù è problematico finché non accade; come l’accontentarsi di come si vive è sufficiente finché non si prova quel “di più” che Gesù ha portato e vive.
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