14.12.2014 – 3^ Avvento: VIENI, SIGNORE GESU’ – vogliamo convertirci a Te!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

In mezzo a voi sta Colui che voi non conoscete.

Nel Vangelo in greco per espri-mere il “conoscere” si usa di solito il verbo gignòsko. Qui  invece è usato il vero oida che è  propriamente sapere perfettamente una cosa, averla nell’anima, connaturata dentro, averne la certezza lucida senza dubbi: non ci sono dubbi, è così.

Oida si usa nel Vangelo quando si esprime che il Padre sa di cosa abbia-mo bisogno:

Mt,6,32: “di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, saoidev che ne avete bisogno”;

è il sapere di Gesù che conosce esattamente quelli che fin dall’inizio non credevano

Gv 6,64: “Gesù infatti sapevaedeifin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito”,

quando sa che la sua ora è venuta, quando dice:

Gv 13,18: “Conosco – oidà – quelli che ho scelto”.

È il sapere di Satana e dei suoi demoni:

Lc 4,31: “io so – oidà – chi sei, il Santo di Dio”.

Quindi dire non-conoscere, usando tale verbo, è dichiarare un dato di fatto, una situazione che non cambierà, per una lucida scelta.

È come dire: Gesù può dire e fare quello che vuole, non potrà in nessun modo cambiare la decisione di non volerlo conoscere, capire, apprezzare, amare e seguire come Dio e Signore.

Quindi non conoscete è un’afferma-zione veramente dura, è come dire: voi non volete assolutamente amare.

È come se Gesù ci facesse cono-scere tutto di lui e del suo cuore, del suo amore e della sua potenza, della sua grazia e della sua misericordia, della sua bellezza e della sua divinità, e ci chiedesse con tutto il cuore:

“Chi sono io per voi, come mi percepite, come desiderate amarmi e da me farvi teneramente amare?” E noi rispondessimo in modo freddo e inamovibile: “Per noi tu non sei nessuno”.

 “Io non sono il Cristo” (Gv 1, 20).

Giovanni Battista è invece un uomo particolarmente felice perché, alla fine del suo ministero così riconosciuto e venerato, è capace di fare posto a Gesù senza patire il fatto di cedergli tutto il posto.

È una testimonianza che ci aiuta a comprendere e accogliere meglio ciò che accade a Natale: il segreto di una gioia vera e duratura sta nella capacità di creare uno spazio per l’altro senza temere di perdere il proprio posto e il proprio prestigio.., senza temere di scendere fino scomparire.

Si tratta di assumere la larghezza d’animo dell’amicizia che non imma-gina nessuna felicità se non quella che trova nella gioia di dare gioia all’altro. Non potrebbe essere questo il regalo giusto per ciascuno? E il modo più vero per “conoscere e riconoscere” Gesù?

Pensiero della settimana: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui”. (1^ Cor 12,26).

 

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