15.10.2023 – 28^ del Tempo Ordinario: L’INVITO AD UNA FESTA! – Mt 22,1-14

15.10.2023 – 28^ del Tempo Ordinario: L’INVITO AD UNA FESTA! – Mt 22,1-14

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Forse che gli invitati hanno frainteso il significato dell’invito? Non a nozze ma a un funerale?
Tutto dipende dall’immagine che ci si fa di Dio, se di uno che giudica severamente o uno che ama immensamente. È un pensare che Dio non vada al di là della croce, anzi che sia Lui stesso a mandarla! E si preferisce continuare il proprio lavoro e assolvere ai propri impegni. È non “credere” alla gioia della risurrezione che ne consegue.
E quando poi tutto dipende dall’io – da quello che mi va, da quello che mi serve, da quello che voglio – si diventa pure rigidi e cattivi, reagendo in malo modo per nulla, come gli altri, che arrivano a insultare e perfino uccidere quanti portavano l’invito, solo perché scomodi. È così che si prendono le distanze dall’amore, non per cattiveria, ma perché si preferisce il proprio: le sicurezze, l’auto-affermazione, le comodità…
Ma, nonostante le mancate adesioni, il progetto di Dio non si interrompe. Di fronte al rifiuto, Egli non si scoraggia, non sospende la festa. Dio, mentre soffre per i nostri “no”, continua invece a rilanciare, va avanti a preparare il bene anche per chi fa il male. Perché così è l’amore, fa l’amore; perché solo così si vince il male.
E così ripropone l’invito allargandolo oltre ogni ragionevole limite e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano. Si tratta di gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi senza distinzione.
E la sala si riempie di “esclusi”. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori.
Perché cattivi e buoni? Ci sono di quelli che per noi sono cattivi ma non sono per Dio; che sono prodotti dai nostri giudizi o pregiudizi. Li vuole incontrare e sarà Lui a dare poi il giudizio giusto. Ma dopo essersi presentato come amore, quale sarà poi la loro scelta?
Ecco il problema della veste nuziale.
Nel Battesimo Dio ci ha dato la veste bianca, l’abito nuziale, da scegliere e indossare ogni giorno. Occorre l’abitudine a vivere l’amore ogni momento.
Come dice bene S. Paolo: “Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto” (Col 3,12-14).
E c’è anche un modo per mantenerla pulita. Andando a ricevere senza paura il perdono del Signore: è il passo decisivo per entrare nella sala delle nozze a celebrare la festa dell’amore con Lui. Comunque sia l’importante è rialzarsi e ricominciare ogni volta. Per non rammaricarsi un giorno di aver amato troppo poco.