15.11.2015 – 33^ Tempo Ordinario: Il futuro dei suoi figli … lo sa papà!

15.11.2015 – 33^ Tempo Ordinario: Il futuro dei suoi figli … lo sa papà!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“Allora vedranno il Figlio dell’ uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (Mc 13,26). La luce nelle tenebre è solo Gesù: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).

E oggi quel Gesù lo si può scoprire nel volto di ogni uomo che va “guardato” fino a renderlo “luminoso”, perché lo è. Uscito dalle mani di Dio , è a sua immagine.

C’è chi lo vuole sfigurare ma è l’altro “atto sacrilego”. Il Corpo di Cristo si sfigura non solo quando si rubano le ostie per altri scopi… ma anche quando si tratta male l’altro. Salvare allora l’uomo è “salvare” l’eucaristia come l’eucaristia è chiamata a “salvare” l’uomo.

E, per conseguenza, come non pensare che per troppo tempo si è voluto salvare Dio e non l’uomo? E oggi non sarà che salvando l’uomo salviamo Dio riportan-dolo nel mondo? Nulla si risolverà con l’uomo contro l’uomo ma con l’uomo accanto all’uomo. Del resto Dio è relazione e quando questa viene a finire sulla terra, termina anche la dimensione di Dio. E può accadere di tutto!

 “Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre” (Mc 13,32).

Sembra un gioco e invece, se Gesù ce lo dice, è la verità.

Dunque vanno messe al bando tutte le certezze sul futuro e prossimo e remoto. Sia per quanto riguarda la nostra vita come quella di chiunque. Noi dobbiamo sapere che c’è qualcosa che deve cambiare, si deve trasformare ma i tempi nessuno li conosce tranne il Padre.

E allora è bello pensare all’atteggiamento del piccolo che attende, di sicuro, il regalo da papà… ma dovrà essere una sorpresa.

È come dire: lo sa papà! E allora cosa posso temere? È un modo semplice ma realistico. Posso vivere la vita con i suoi pro e i suoi contro ma sotto lo sguardo vigile e pieno di amore di un papà …che un giorno mi farà un dono che non posso nemmeno immaginare. E non posso pensare che sia perché lo merito – allora ci sarebbe poco da fare – ma perché Lui è un Papà e io sono suo figlio.

E allora posso anche capire dove sta la paura; essa sta nel sentirsi soli, magari anche abbandonati. Nasce il terrore di ogni cosa che possa accadere, di giorno e di notte, a qualsiasi ora, figuriamoci la morte.

Ma se invece ci si sente amati in maniera così forte da poter dire: nessuno mai mi ha amato e mi sta amando come Te, Padre… allora, su quest’onda ogni evento, ogni attimo di vita, ogni gioia come ogni dolore, diventano altrettanti “atti di amore” da vivere e da offrire come risposta a questo amore che mi segue, insegue, mi precede e mi circonda.

E posso dire con S. Teresa del Bambino Gesù: “Tu lo sai, Signore, che per amarti non ho che adesso” e San Giovanni XXIII: “Cerco di fare ogni cosa come se fosse l’unica per la quale sono venuto al mondo”. Possiamo vivere nell’attesa che la nostra vita fiorisca nell’aldilà, perché Lui, il nostro amore, può venire quando vuole. Noi siamo sempre in attesa.