15.11.2020 – 33^ Tempo Ordinario: Sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto (Mt 25,21)

15.11.2020 – 33^ Tempo Ordinario: Sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto (Mt 25,21)

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Questa parabola, conosciuta come parabola dei talenti, è in realtà una parabola sulla vigilanza nell’attesa della venuta del Signore. Essa vuole invitare la Chiesa ad essere fedele al Vangelo, al fine di costruire il Regno di Dio.

Gesù si sta rivolgendo ai discepoli; e non sta parlando dei loro talenti, ma di quei beni che Lui decide di consegnare alla sua Chiesa, a ciascuno dei discepoli.

E quali sono i suoi beni anzi il bene che viene diviso in dosi?

Non è forse Lui, Dio che si fa carne, vicino e pieno di Amore e Misericordia, cioè il protagonista di una buona notizia annunciata con la vita e la parola, là dove uno si trova? Nel posto più o meno appariscente, quel che si annuncia è sempre un talento di grande valore!

È il Vangelo segna lo stile di vita cristiana del discepolo e della stessa comunità che si costituisce. È una ricchezza depositata ormai dentro il cuore di ognuno che è cambiato e convertito ed è chiamato, a seconda delle sue possibilità, a far fruttare questa ricchezza ricevuta in dono.

È come dire: voglio far partecipe della mia fede, della mia speranza e della mia carità più persone possibili cominciando naturalmente da chi mi sta accanto o mi passa vicino. Ne farò anch’io un dono che, come fa capire Gesù, ha in sé la capacità di attecchire. Accade cioè che se uno crede per davvero non rimane solo, se uno ha speranza la semina comunque, dove cammina, se uno ha una carità che nasce da Dio, fa sentire all’altro l’amore vero che lo muove, a sua volta, ad amare.

Si tratta della consegna di beni che dice tutta la fiducia in quelli che li ricevono. Costoro hanno il solo compito di farli fruttare. Non vengono dati perché siano posseduti e nemmeno perché non siano sentiti come propri. È come dire: faccio l’interesse di un altro ma è come se facessi il mio.

Ne divento corresponsabile!

Chi è invece colui che riceve come gli altri, secondo le sue possibilità, ma non frutta? È uno che è abituato a ricevere ma non a dare. Ha ricevuto il dono della presenza di Gesù e le sue Parole…ma pensa di servirsene per sé e poter avere la salvezza. Si nasconde a compiere bene tutti i suoi doveri con la paura di un giudice severo.

Cosa fare allora?

1.   Se vivo la Parola di Dio, ogni sua Parola, c’è il frutto del talento ricevuto.

2.   Non pensare a cose grandi o troppo alte. Essere fedeli nel poco.

3.   Superare la paura che denuncia un’immagine sbagliata di Dio.  Annunciare che Dio è Amore e imparare ad essere Amore.

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