PACE, PER LA MISSIONE.
È il bene più prezioso da portare. È la pace che proviene da Lui, dal Risorto. Non è frutto di concertazioni, ma quella limpida che scorre e ristora anima e corpo. È pace che nasce dalla croce, da ogni croce, guadagnata dall’amore senza sconto.
PACE, DALLA MISERICORDIA
È la pace di Gesù Risorto donata a piene mani, non goduta per sé. Deve andare a tutti. Ma per poterlo fare deve essere tolto l’ostacolo principale che è il peccato, mai del tutto compreso e per lo più ignorato. Se ne vedono le conseguenze, se ne costruiscono le strutture, ma non lo si riconosce o non lo si vuole riconoscere. Esso è chiusura degli occhi di fronte alla verità di un Padre che ama i suoi figli, uno ad uno, e tutti insieme.
È dunque la pace della concordia dove gli egoismi sono minati. E si acquisiscono occhi di misericordia e si formano pareri misericordiosi. Ma questa misericordia è prerogativa Dio e non dell’uomo. Siamo noi che dopo averla ricevuta la spargiamo a piene mani. È il frutto della Pasqua che la Chiesa vive e fa da tramite per noi. È da essa che scaturisce e si riceve il perdono dei peccati.
PACE, PER TOMMASO.
Egli vive una crisi esistenziale. Ha giocato la sua vita per Gesù, ha lasciato tutto per seguirlo, è stato Gesù al centro di tutta la sua vita! E ora sceglie l’angolatura giusta per poterlo vedere. È come un accorato appello:
“C’è un pensiero, Gesù, che mi tortura: se sei solo morto allora con te sono morti anche i tuoi sogni e le tue proposte. E questo mi sta togliendo la voglia di impegnarmi in qualcosa di bene: che significa e perché farlo, se poi tutto si conclude con la morte? E allora non ti chiedo un miracolo, Gesù, ma più semplicemente di aiutare la mia fede vacillante. Fa che anch’io possa vederti come ti hanno visto gli altri. È vero che mi hanno informato della tua venuta ma sei solo Tu il Tesoro della mia vita”.
La richiesta di Tommaso coglie il segno perché è per via di amore:
io ho lasciato tutto per te, Gesù, tu come fai a lasciarmi nel modo peggiore che esista? Non posso ricordarti da morto?
E Gesù, che non può essere mai vinto in Amore, accetta la sfida e torna unicamente per lui. È il trionfo del dono!
La crisi è risolta e Tommaso che voleva vedere e mettere il suo dito nelle ferite di Gesù, non lo farà mai. A lui è bastato vederlo ed è rinato – ma quando mai era morto? – l’amore per Lui. E compie l’atto di fede più elevato che riconosce Dio nell’uomo: “Mio Signore e mio Dio!”. Così può riprendere il tragitto che pensava di interrompere allontanandosi dal gruppo. E questo perché per uno che è vivo si può dare la vita.
E Gesù vive nella comunità dei dodici e in ogni comunità dove l’Amore si fa reciproco. E saranno beati quelli che pur non avendo visto Gesù Risorto crederanno all’annuncio che viene loro fatto.
È la trasmissione normale Buona Notizia. Non c’è più crisi ma certezza di fede e di amore.
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