16.07.2023 – 15^ del Tempo Ordinario: QUEL GIORNO … SI SCOPRE DIO COME AGRICOLTORE! Mt 13,1-9
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Gesù esce di casa e siede in riva al mare. Il gesto è familiare e del tutto distensivo.
Si raduna attorno a lui tanta folla; è gente assetata e affamata di cose vere capaci di ridare speranza nella vita.
Allora Egli sale su una barca e si mette a sedere, mentre tutta la folla sta sulla spiaggia. Gesù si sposta Lui per far posto agli altri.
Egli parla loro di molte cose con parabole; con un linguaggio che è sufficiente per essere educativo: porta a riflettere ma senza impegnare solo la testa.
E dice: Ecco, il seminatore esce a seminare. È un tipo di lavoro molto comune in Palestina; qui risulta nuova come attività di Dio.
Mentre semina, una parte cade lungo la strada; vengono gli uccelli e la mangiano. Non si tratta dunque di uno spreco dal momento che, se non dà frutto per sé, non va comunque perso perché serve a nutrire gli uccelli del cielo
Un’altra parte cade sul terreno sassoso, dove non c’è molta terra; germoglia subito, perché il terreno non è profondo, ma quando spunta il sole rimane bruciata e, non avendo radici, secca. È la descrizione di un germoglio vero ma senza radici. È quello prodotto da un’emozione anche forte ma dalla durata piuttosto breve che si limita ad una semplice fiammata.
È quel pensar di credere senza attendere i tempi di prova che garantiscono una vera maturazione. Come se, ai primi indizi di fede, già si pensa ad una chiamata particolare! Si tratta di persone che rimangono “bruciate”.
Un’altra parte cade sui rovi, e i rovi crescono e la soffocano. È anche questo è un germoglio vero che cresce e promette bene, anzi prova a diventare impegno concreto in qualche cosa di bene. Ma gli manca quella luce che lo orienta a ciò fa per lui. Capita a chi s’impegna in tutto fino ad esserne poi “soffocato”!
Un’altra parte cade sul terreno buono e dà frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. È questa la volta buona. Si tratta di un germoglio bello, buono e vigoroso. È un prodotto che matura a vista d’occhio. E la resa è ben oltre il massimo (che era 30%!). È come dire che quel seme ha in se delle possibilità incalcolabili.
Chi ha orecchi è chiamato ad ascoltare. Non gli resta che accorgersi e custodire la parola seminata in lui, la scintilla dell’amore divino che manifesta l’immagine di provenienza, nutrendo pazienza verso se stesso, fiducioso nella sua maturazione che avviene nel silenzio della interiorità più profonda. La dove si formano le radici ben solide che più sono profonde e più sarà stabile e proficuo il frutto che germoglierà.
Chi mi vede, percepisce il Padre che mi ama e si sente anch’egli figlio amato?
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