17.01.2021 – 2^ del Tempo Ordinario: Che cosa cercate?
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“Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore” (1 Sam 3,7)
INDICAZIONE: “Eli disse a Samuele: Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3,9).
Tutto inizia da una parola che è una chiamata e da qualcuno che indirizza verso di essa.
ASCOLTO: Samuele non lasciò andare a vuoto una solo delle sue parole” (1 Sam 3,19).
È il segreto della riuscita nella vita spirituale e non solo. Circondati come siamo da una miriade di parole che spesso si trasformano in chiacchiere, è importante sapere che le Parole di Dio sono tali da saziare ogni fame e sete.
“Giovanni stava con due dei suoi discepoli” (Gv 1,35).
INDICAZIONE: “Giovanni, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’Agnello di Dio!” (Gv 1,36)
Così lo vede e lo indica Giovanni, il Battista. È un’espressione forte e sintetica che presenta Gesù come colui che offre la sua vita (“agnello”) per testimoniare all’uomo l’amore del Padre (“di Dio”).
ASCOLTO: “E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù” (Gv 1,37).
I discepoli comprendono che questa visione del Battista è rivolta a loro; non seguono Gesù per curiosità o per fare una semplice esperienza alla sua scuola.
INTERVENTO DI GESÙ
MOTIVAZIONE: “Che cosa cercate?”(Gv 1,38)
Per la prima volta il Gesù del quarto vangelo prende la parola. C’è bisogno che Egli li prenda in considerazione, che guardi indietro per capire chi stiano inseguendo.
Allora si gira verso i suoi due discepoli, scava dentro il loro cuore e rivolge la domanda sulla motivazione vera della sequela.
VERIFICA: Che cosa cercano? Titoli, successo, potere o quella pienezza che si realizza mediante l’orientamento della propria vita per il bene e il servizio degli altri, come farà Gesù?
ESIGENZA: “Maestro, dove dimori?” (Gv 1,38)
La risposta dei discepoli, pur se con un interrogativo è chiara. Hanno compreso che la cosa importante non è conoscere delle verità, celebrare riti, ma, piuttosto, correre il rischio di stare con il Signore.
ESPERIENZA: “Venite e vedrete!” (Gv 1,39)
Gesù li invita ad andare con lui e a vedere. A quell’epoca i discepoli vivevano sempre, giorno e notte, con il proprio maestro. Gesù, quando i discepoli gli domandano dove dimora, non risponde indicando un luogo, ma invitandoli a fare un’esperienza con Lui.
ANDARE, VEDERE, FERMARSI.
“Rimasero” non dice solo frequentare semplicemente in un luogo ma un entrare nella sua vita. È cogliere in Lui tutto ciò che di più grande e significativo può desiderare il cuore. È vivere con chi si scopre di essere conosciuti da sempre. E lo si sente.
E mentre si rimane, si sta e si entra nel suo mondo, si prende coscienza di chi siamo e perché ci siamo.
Il rimanere è un continuo stare e non un momento occasionale: siamo stati con Lui e rimaniamo con Lui, ci poniamo dalla sua parte e ne abbracciamo la causa, mentalità, l’agire, l’io profondo… (cf Gv 14,2s.23;15,4s)
Rimanere in Lui è la più elevata possibilità di vita per l’uomo. È infatti vivere, come Lui, la vita di Dio da uomini.
E se, insieme, ognuno per la sua parte, rimaniamo in Lui, allora accade qualcosa di grandioso: egli continua a vivere e a fare storia con noi; Lui in Persona misticamente ma realmente presente, in noi con tratti umani.
TESTIMONIANZA: “Abbiamo trovato il Messia!” (Gv 1,41)
L’incontro è stato decisivo. È annotato l’orario, le quattro del pomeriggio. Il giorno aveva dodici ore, quindi è la fine del giorno. Sta per finire il giorno e sta iniziando quello nuovo, quello della nuova realizzazione del progetto di Dio sull’umanità.