17.02.2019 – 6^ del Tempo Ordinario: BEATI VOI…GUAI A VOI
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Sono a confronto due modi di vivere.
L’uno imperniato su di una vita che sembra ormai danneggiata, dove la speranza in questo mondo è presso ché compromessa. È la vita dei poveri, degli afflitti, di coloro che non hanno nemmeno la possibilità di mangiare.
E l’altro dove domina la sazietà e quel godimento spensierato che impedisce di vedere la realtà con tutti i suoi problemi.
Gesù interviene e dà ai primi che risultano sventurati la grande possibilità di una vita con Dio che, come Padre, li abbraccia, li sazia, dona una gioia inaspettata. Mentre a chi sembra fortunato lancia il monito di una vita senz’altra consolazione che quella di pochi anni ma intrisa con l’illusione di essere sazi e nella gioia.
Cosa vuol intendere Gesù? Perché parla in questo modo?
Egli ha un solo intento che quello di far conoscere il Padre che ha nel cuore sempre e soltanto i figli.
Si può allora comprendere che la vita non va mai divisa in due tronconi, tra chi sta bene e se la gode e chi vive di stenti e si degrada. Tale delimitazione non è volontà di Dio e provoca disagi infiniti, lotte impari, impossibilità di vivere in pace. Papa Francesco continua a dire, ad esempio, che il traffico di armi proviene dal desiderio smodato di denaro; e con le armi poi si uccide!
Il voler vivere bene ma senza attenzione all’altro che bene non sta, è già un danno che alla fine si ritorcerà su chi lo provoca. Quando non si ama l’altro, prima o poi lo si ignora.
Gesù quindi stigmatizza un malessere che sta dentro l’umanità e che è la conseguenza di una vita dove la relazione si è rotta e ognuno è un essere vagante senza scopo e senza meta.
Tutto ciò provoca una definitiva divaricazione.
L’una è segnata dall’odio per il disturbo recato. Non è facile digerire la tranquillità di chi non ha nulla e vive come se avesse tutto. È la demonizzazione del bene che accade anche con Gesù tacciato da uno che scaccia il demonio nel nome del principe dei demoni!
L’altra marcata da una vita vissuta nell’apparenza dove tutto si fa per cadere sempre in piedi e nulla si fa senza mirare ad avere consensi. Siamo di fonte a chi sta attenti a tutto come se fossero altri in grado di giudicarlo e non Dio!
Alla fine verità e falsità, tradotte in semplicità e trasparenza l’una e ipocrisia e finzione l’altra, possono diventare veri sistemi di vita.
Possiamo chiederci:
- Viviamo secondo lo spirito di Dio o quello del mondo?
- Abbiamo la forza e il coraggio di abbandonarci a Dio che sempre ci accoglie sia quando ci comportiamo bene o anche male? O al contrario, per la nostra vita, se buona o cattiva, ci appelliamo ai consensi o dissensi degli altri?
- Amiamo la trasparenza o abbiamo paura di essere emarginati se viviamo secondo il Vangelo?
- Perché non provare a vedere la nostra reazione di fonte alle offese, alle umiliazione e diffamazione, per aver fatto una scelta di bene che è in contrasto con la vita mondana che si vive?