17.09.2023 – 24^ del Tempo Ordinario: LA GIOIA DI PERDONARE! Mt 18, 21-35
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Un figlio somiglia al Padre sempre e non qualche volta e come il Padre fa con lui, così anch’egli lo fa con gli altri, sempre. Ora nel Padre è costitutivo perdonare e lo può e deve diventare anche in ogni figlio. La finale lo indica bene: il Padre possa vedere in noi, ogni momento, veda in noi il suo perdono fatto misericordia e vi si possa specchiare.
Chi sa perdonare testimonia che nella sua vita non c’è più posto per una difesa personale ad oltranza perché non vive più lui ma Gesù in lui che non solo perdona ma copre di tenerezza. La larghezza del suo cuore è immensa e infinita. Di fronte a questa ampiezza chi si può perdere? Chi può resistere più di tanto alla forza del suo amore?
È la strada da percorrere se si vuole una società nuova dove le distanze diminuiscono in proporzione a quanto lo si vive. Dice opportunamente Papa Francesco: “Se tutto il nostro cristianesimo non ci porta alla misericordia, abbiamo sbagliato strada, perché la misericordia è l’unica vera meta di ogni cammino spirituale” (Udienza 18.03.2020)
Gli fa eco S. Faustina Kowalska: “L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà con fiducia alla sua misericordia …
Aiutami, o Signore, a far sì che
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i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto.
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il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti del mio prossimo.
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la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono.
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le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi.
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i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza (…)
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il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo (…)» (Diario 132.163)
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