Oggi come allora si parla tanto di Gesù.
A quei tempi si diceva: «Giovanni è risorto dai morti […] È apparso Elia […] È risorto uno degli antichi profeti» (Lc 9,7-8).
Tutti costoro apprezzavano Gesù, ma non comprendevano la sua novità e lo rinchiudevano in schemi già visti: Giovanni, Elia, i profeti…
Gesù, però, non si può incasellare negli schemi del “sentito dire” o del “già visto”. Gesù sempre è novità, sempre. L’incontro con Gesù ti dà stupore, e se tu nell’incontro con Gesù non senti lo stupore, non hai incontrato Gesù.
Tanti in Europa pensano che la fede sia qualcosa di già visto, che appartiene al passato. Perché? Perché non hanno visto Gesù all’opera nelle loro vite. E spesso non lo hanno visto perché noi con le nostre vite non lo abbiamo mostrato abbastanza.
Perché Dio si vede nei visi e nei gesti di uomini e donne trasformati dalla sua presenza.
E se i cristiani, anziché irradiare la gioia contagiosa del Vangelo, ripropongono schemi religiosi logori, intellettualistici e moralistici, la gente non vede il Buon Pastore. Non riconosce Colui che, innamorato di ogni sua pecora, la chiama per nome e la cerca per mettersela sulle spalle. Non vede Colui di cui predichiamo l’incredibile Passione, proprio perché Egli ha una sola passione: l’uomo. Questo amore divino, misericordioso e sconvolgente, è la novità perenne del Vangelo. E domanda a noi, cari Fratelli, scelte sagge e audaci, fatte in nome della tenerezza folle con cui Cristo ci ha salvati. Non ci chiede di dimostrare, ci chiede di mostrare Dio, come hanno fatto i Santi: non a parole, ma con la vita. Chiede preghiera e povertà, chiede creatività e gratuità.
Papa Francesco concelebrazione eucaristica assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (C.C.E.E.) 23.09.2021