Tutti sono doni preziosi. Specialissimi doni che non sono “cose” ma “persone”.

Le “cose” parlano se ne riusciamo a decifrarne il linguaggio, perché anch’esse hanno il loro, ma le “persone” parlano da sole e hanno la capacità di smuovere la vita!

Le persone portano in sé l’immagine dell’Invisibile e a Lui riconducono.

Perché non imparare a vedere l’altro con occhi nuovi e carichi di misericordia?

Immaginiamo cosa potrebbe accadere.

Prima di tutto si possono coprire i difetti che si vedono ma non interessano più di quel tanto, – tutti hanno i loro – mentre è possibile scorgere quel positivo che, unico, può dare ricchezza moltiplicata per il dono di ognuno.

Poi ci si rende conto che quel che non è nelle proprie possibilità sta in quelle dell’altro. E così è possibile fare tante cose di più.

Infine si può apprezzare il modo diverso di agire e di fare.  Viene infatti richiesto di accogliere l’altro nelle sue maniere che sono diverse dalle proprie.

Fino ad accorgersi che anche l’umiltà può diventare comprensibile: sono gli altri che, intervenendo nella vita di ognuno, lo rendono più piccolo e limitato ma sicuramente più se stesso.

Tra pochi giorni siamo chiamati a contemplare un piccolo che è tale perché tutti accoglie e può manifestare, in  quella piccolezza, la vera grandezza di Dio.

(dip)